Netanyahu in visita negli Stati Uniti sorvola i cieli europei: le motivazioni

Marianna Perrone

Settembre 25, 2025

L’aereo ufficiale del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha intrapreso un viaggio senza precedenti verso gli Stati Uniti, evitando per la prima volta lo spazio aereo europeo. Questo percorso alternativo ha visto il velivolo sorvolare il Mediterraneo a sud della Spagna, passando attraverso lo Stretto di Gibilterra, allungando la rotta di oltre 600 chilometri rispetto al consueto tragitto che attraversava Grecia, Italia e Francia. Tale decisione ha suscitato interrogativi di natura politica e diplomatica, specialmente in relazione al mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti di Netanyahu.

Un percorso inedito verso New York

L’aereo governativo israeliano, conosciuto come Wings of Zion, ha scelto un itinerario inusuale per raggiungere New York, dove il premier parteciperà all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e a incontri ufficiali presso la Casa Bianca. Invece di seguire la tradizionale rotta attraverso l’Europa, ha optato per un volo più a sud, lungo il Mediterraneo. Secondo quanto riportato dal quotidiano Haaretz, questa deviazione ha comportato un allungamento significativo della distanza, influenzando i tempi di volo e i consumi di carburante. Tuttavia, il valore di questa scelta va oltre l’aspetto pratico, aprendo a nuovi scenari riguardanti la sicurezza legale e le relazioni diplomatiche tra Israele e i paesi europei.

Il mandato dell’ICC e le sue conseguenze legali

La ragione principale che ha probabilmente portato a questa deviazione è di natura giuridica. Nel 2024, la Corte penale internazionale (ICC) ha emesso un mandato di arresto nei confronti di Benjamin Netanyahu e dell’allora ministro della Difesa Yoav Gallant, accusati di crimini di guerra e crimini contro l’umanità legati al conflitto a Gaza. Molti paesi europei, tra cui Grecia, Italia e Francia, sono firmatari dello Statuto di Roma, che li obbliga a eseguire i mandati di arresto. Nonostante i leader di governo godano di immunità diplomatica, la questione rimane complessa e suscita tensioni politiche. Sorvolare lo spazio aereo di questi paesi, anche senza atterrare, potrebbe generare controversie: un’emergenza che costringesse l’aereo a un atterraggio in Europa potrebbe comportare rischi di arresto o forti pressioni diplomatiche.

Le rotte alternative nel contesto mediorientale

Un aspetto rilevante è la scelta di non percorrere rotte più brevi attraverso il Medio Oriente e il Nord Africa. Israele mantiene relazioni delicate con diversi Stati della regione, e sorvolare i loro cieli potrebbe risultare più rischioso rispetto all’Europa. La deviazione verso il Mediterraneo meridionale rappresenta quindi una via considerata “neutra”: sebbene più lunga, è vista come più sicura dal punto di vista politico e legale. Il sorvolo di acque internazionali e l’attraversamento dello spazio aereo spagnolo fino a Gibilterra hanno garantito un percorso alternativo, evitando potenziali contenziosi.

Implicazioni politiche e diplomatiche della rotta

La decisione di Netanyahu ha attirato l’attenzione di osservatori e attivisti, che hanno criticato i paesi europei per aver consentito all’aereo del premier israeliano di attraversare i loro cieli nonostante il mandato dell’ICC. Francia, Italia e Grecia hanno sempre affermato di rispettare gli obblighi internazionali, bilanciando tali doveri con le immunità per i capi di governo. Tuttavia, le pressioni politiche e mediatiche hanno creato un clima di incertezza. Evitare completamente lo spazio europeo appare come una misura preventiva: riduce il rischio di incidenti diplomatici e invia un messaggio chiaro a partner e avversari.

Un messaggio simbolico nei rapporti con l’Unione Europea

La rotta alternativa non ha solo un valore tecnico, ma anche un significato politico. Analisti israeliani interpretano la scelta come un segnale all’Unione Europea, i cui rapporti con Israele sono spesso tesi su questioni relative a Gaza e ai diritti umani. La decisione di non sorvolare paesi storicamente alleati come Italia e Francia mette in evidenza la volontà di Netanyahu di evitare ulteriori tensioni legali. Contestualmente, questa mossa rafforza la narrativa interna del premier, che denuncia presunti “doppi standard” europei nel giudizio su Israele.

Il “Wings of Zion”: simbolo della politica estera israeliana

Il velivolo utilizzato da Netanyahu è un Boeing 767-338ER, denominato Wings of Zion. Progettato per le missioni ufficiali del governo israeliano, è dotato di sistemi di comunicazione avanzati e misure di sicurezza. Il nome ha un forte valore simbolico: “Zion” è un termine biblico che rappresenta Gerusalemme e, più in generale, la terra di Israele. L’espressione “Ali di Sion” simboleggia l’idea di uno Stato che si erge alto e indipendente, portando la voce di Israele nel mondo. Con un’autonomia di oltre 11.000 chilometri e una configurazione interna adatta a viaggi diplomatici prolungati, il Wings of Zion è diventato un elemento chiave della politica estera israeliana, riflettendo l’intento di trasmettere un’immagine di prestigio e continuità istituzionale.

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