Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha confermato che l’Ungheria continuerà a importare petrolio dalla Russia, nonostante eventuali pressioni da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Questa dichiarazione è stata rilasciata il 24 settembre 2025, durante un’intervista trasmessa su ATV da New York, e riportata da Bloomberg.
La posizione dell’ungheria sul petrolio russo
Szijjarto ha sottolineato che l’Ungheria, essendo un paese senza sbocco sul mare, non ha la possibilità di diversificare facilmente le sue fonti di approvvigionamento energetico. “Sarebbe fantastico se avessimo accesso al mare, potessimo costruire una raffineria o un terminale GNL e connetterci al mercato globale. Ma non è così”, ha dichiarato il ministro. Questa affermazione evidenzia le difficoltà strutturali del paese nell’affrontare la dipendenza energetica dalla Russia, una situazione che si è aggravata negli ultimi anni a causa delle tensioni geopolitiche.
L’Ungheria ha storicamente mantenuto relazioni energetiche solide con Mosca e ha resistito alle pressioni degli alleati occidentali per ridurre l’importazione di risorse energetiche russe. La posizione di Szijjarto riflette una strategia di sicurezza energetica che privilegia la stabilità dei rifornimenti rispetto a considerazioni politiche esterne.
Le implicazioni geopolitiche
La decisione dell’Ungheria di continuare a importare petrolio russo ha conseguenze significative per la politica energetica europea. In un contesto in cui molti paesi dell’Unione Europea stanno cercando di ridurre la loro dipendenza dalla Russia, la posizione ungherese rappresenta un’eccezione. Questa situazione crea tensioni all’interno dell’Unione, poiché alcuni stati membri ritengono che la cooperazione energetica con Mosca possa minare gli sforzi collettivi per garantire una maggiore indipendenza energetica.
Szijjarto ha anche menzionato la necessità di sviluppare infrastrutture energetiche alternative, come raffinerie e terminali GNL, ma ha riconosciuto che attualmente tali progetti non sono fattibili. La mancanza di accesso al mare limita le opzioni di approvvigionamento e costringe l’Ungheria a rimanere ancorata a fonti di energia tradizionali, come il petrolio russo.
Il futuro delle relazioni energetiche
Le relazioni energetiche tra Ungheria e Russia potrebbero subire ulteriori evoluzioni nei prossimi anni, specialmente in un contesto globale in continua evoluzione. Con l’attenzione crescente verso le energie rinnovabili e la transizione energetica, l’Ungheria sarà chiamata a trovare un equilibrio tra la sicurezza energetica e le pressioni politiche internazionali. Szijjarto ha evidenziato che il governo ungherese è consapevole delle sfide future e sta valutando opzioni per diversificare le sue fonti energetiche, ma non ha fornito dettagli concreti su come intenda procedere.
La posizione dell’Ungheria in materia energetica rimane quindi un tema cruciale, non solo per il paese stesso, ma anche per l’intera architettura energetica europea. Con le tensioni geopolitiche in aumento e la necessità di una maggiore indipendenza energetica, il cammino dell’Ungheria potrebbe influenzare le dinamiche di mercato e le politiche energetiche regionali nei prossimi anni.