Una serie di importanti figure del cinema indiano ha recentemente fatto ricorso all’Alta Corte di Delhi, richiedendo la protezione dei propri “diritti alla personalità”. Tra i nomi di spicco figurano il regista Karan Johar, l’attrice Aishwarya Rai Bachchan e suo marito, l’attore Abhishek Bachchan, noto anche per essere il figlio della leggendaria superstar Amitabh Bachchan. Questi artisti hanno denunciato di essere stati vittime di contenuti creati tramite intelligenza artificiale, che hanno imitato le loro sembianze, voci e comportamenti, talvolta in contesti inappropriati e osceni.
La mancanza di normative in India
Attualmente, l’India non dispone di leggi specifiche che tutelino il “diritto all’identità”, lasciando le vittime di questo fenomeno a dover ricorrere alla giustizia per cercare protezione. La situazione è complessa, poiché chi subisce un “furto” della propria immagine o voce si trova in una posizione vulnerabile, senza strumenti legali adeguati per difendersi. Questo scenario ha spinto numerosi artisti a sollecitare una revisione delle normative esistenti, affinché possano essere introdotte leggi più efficaci a salvaguardare i diritti individuali.
Precedenti legali significativi
Nel 2023, l’attore Anil Kapoor ha intrapreso azioni legali contro diversi siti web e piattaforme che avevano utilizzato la sua voce e il suo celebre modo di dire, “jhakaas”, per fini pubblicitari senza il suo consenso. Questo caso ha messo in evidenza l’importanza della protezione dei diritti personali nel contesto della crescente diffusione di contenuti digitali. Successivamente, nel 2024, l’Alta Corte di Delhi ha emesso un’ordinanza a favore dell’attore Jackie Shroff, stabilendo che l’uso non autorizzato del suo nome, della sua immagine e dei suoi soprannomi fosse vietato. Questi eventi hanno rappresentato passi importanti verso una maggiore tutela per le personalità pubbliche in India e hanno acceso un dibattito sulla necessità di leggi più rigorose in materia di diritti alla personalità.