BRUXELLES, 23 settembre 2025 – La recente visita di un gruppo di attivisti di estrema sinistra in Ungheria ha suscitato forti reazioni da parte del governo ungherese. Zoltan Kovacs, portavoce ufficiale, ha espresso la sua indignazione attraverso un post sul social network X, dichiarando che l’Eurocamera sta legittimando forme di terrorismo. Kovacs ha definito l’azione degli attivisti come un attacco premeditato contro i cittadini, giustificato da motivazioni politiche.
La polemica è esplosa in seguito alla notizia che alcuni membri del gruppo, tra cui il noto attivista Salis, sono stati coinvolti in episodi di violenza durante la loro permanenza nel paese. Kovacs ha chiarito che non si tratta di una semplice questione politica, ma di un vero e proprio atto di terrorismo. “I compagni di Bruxelles stanno cercando di farla franca,” ha affermato, riferendosi alla protezione offerta agli attivisti da parte delle istituzioni europee.
Una questione di giustizia
Il portavoce ha continuato, sottolineando che il tentativo di difendere l’immunità degli attivisti non fa altro che giustificare le loro azioni violente. “Non solo stanno proteggendo un criminale, ma stanno offrendo rifugio a un terrorista,” ha dichiarato Kovacs, evidenziando la gravità della situazione. La sua posizione è chiara: “Non dimenticheremo e non ci arrenderemo. È una criminale pericolosa, merita di essere in galera.”
La reazione del governo ungherese si inserisce in un contesto più ampio di tensioni politiche in Europa, dove il dibattito su libertà di espressione e atti di violenza politica è sempre più acceso. La questione dell’immunità degli attivisti e il loro ruolo nella società europea solleva interrogativi su come le istituzioni europee affrontano tali situazioni.
Le ripercussioni in Europa
La posizione del governo ungherese potrebbe avere ripercussioni significative nel dibattito politico europeo. Mentre alcuni paesi potrebbero sostenere la necessità di proteggere la libertà di espressione, altri potrebbero vedere la questione sotto una luce diversa, considerando le azioni degli attivisti come una minaccia alla sicurezza pubblica. La situazione potrebbe creare fratture all’interno delle istituzioni europee, con diversi stati membri che prendono posizioni contrastanti.
In questo contesto, la reazione di Kovacs rappresenta solo un aspetto di un dibattito più ampio che coinvolge il futuro della democrazia e della sicurezza in Europa. La questione di come affrontare la violenza politica e il terrorismo di estrema sinistra rimane aperta e suscita interrogativi su come le democrazie europee possano proteggere i propri cittadini senza compromettere i principi fondamentali di libertà e giustizia.