Fiato sospeso per Ilaria Salis, eurodeputata di Avs, mentre si avvicina il momento cruciale del voto della Commissione Affari Giuridici dell’Eurocamera sulla richiesta di revoca della sua immunità. La votazione, prevista per il 2 ottobre 2025, non rappresenterà la decisione finale, che spetterà all’Aula, attesa per la prima settimana di ottobre. Tradizionalmente, la plenaria tende a confermare il parere della commissione, rendendo questo voto un passaggio fondamentale per Salis.
Situazione complessa
La situazione si presenta complessa. A poche ore dal verdetto dell’Eurocamera, Ilaria Salis ha rilasciato un’intervista al Corriere.it, lanciando un appello accorato: “Voglio essere processata, ma in Italia“. Secondo Salis, il processo in Ungheria rappresenterebbe un percorso già predeterminato. Ha quindi rivolto un appello diretto al governo di Giorgia Meloni, affermando: “Sono convinta che sia in grado di far sì che il processo avvenga in Italia. È quello che chiedo con forza”.
La Commissione Affari Giuridici
Nella Commissione Affari Giuridici, 11 eurodeputati su 25 si sono dichiarati pronti a difendere la sua immunità. Tra questi, membri della Sinistra, come il pentastellato Mario Furore, esponenti dei Verdi, Liberali e Socialisti, incluso il dem Brando Benifei. Al contrario, sette eurodeputati, principalmente provenienti dai gruppi sovranisti Europa delle Nazioni Sovrane e Patrioti e dai conservatori di ECR, sembrano orientati a votare per la revoca, inclusi il meloniano Mario Mantovani. La chiave della situazione sarà rappresentata dai sette eurodeputati del PPE, che attualmente sembrano favorevoli alla revoca, come indicato nella riservata relazione del relatore spagnolo Adrián Vázquez Lázara. Tuttavia, il documento ha sollevato dubbi all’interno del PPE, con fonti vicine al dossier che segnalano come basterebbero solo due defezioni nel gruppo per garantire la salvezza di Salis.
Relazione di Vázquez Lázara
La relazione di Vázquez Lázara contiene una frase che esprime “l’assenza di fumus persecutionis“, suscitando perplessità tra gli eurodeputati, specialmente dopo un tweet del portavoce di Viktor Orbán con le indicazioni di un carcere ungherese. La campagna elettorale in Ungheria complica ulteriormente la situazione di Salis, poiché il voto sulla sua immunità si terrà in concomitanza con quello riguardante l’eurodeputato popolare ungherese Péter Magyar, ex membro del governo e attuale leader dell’opposizione, in corsa contro Orbán alle elezioni di aprile. Il PPE potrebbe optare per un accoppiamento dei due voti, esprimendo un giudizio negativo sul sistema giudiziario ungherese e avvalorando l’idea di persecuzione politica. Tuttavia, alcune fonti all’interno del partito temono che, se Magyar e Salis si rifugiassero dietro la loro immunità, Orbán potrebbe sfruttare la situazione a favore della sua campagna euroscettica.
Un bivio per Ilaria Salis
La questione di Ilaria Salis si trova quindi a un bivio, intrappolata nelle dinamiche interne ungheresi. L’immagine dell’Eurocamera è in gioco e la vicepresidente ed eurodeputata dem Pina Picierno ha espresso il suo sostegno, affermando: “Opporsi alla revoca dell’immunità significa difendere l’autonomia delle istituzioni europee”, esortando i Popolari a schierarsi a favore dell’italiana e accusando Orbán di adottare metodi repressivi simili a quelli di Vladimir Putin.