Terza guerra mondiale: l’allerta della Nato su un possibile attacco di Putin all’Europa

Egidio Luigi

Settembre 21, 2025

La situazione attuale della Nato riaccende i riflettori sull’allerta internazionale. A mettere in evidenza il rischio di un conflitto su larga scala è il generale britannico Sir Richard Shirreff, ex vicecomandante supremo alleato in Europa. In un’intervista rilasciata al Daily Mail, Shirreff ha tracciato uno scenario allarmante: in meno di cinque giorni, un attacco russo potrebbe mettere in ginocchio l’Europa. Questa valutazione, sebbene non condivisa da tutti gli esperti, suscita interrogativi sulla prontezza dell’Alleanza Atlantica e sul pericolo di una nuova guerra mondiale. A rendere la situazione ancora più critica è il contesto geopolitico attuale, caratterizzato da tensioni crescenti, dallo stallo nel conflitto ucraino al supporto di Cina e Iran a Mosca, fino agli incidenti sempre più frequenti lungo i confini della Nato.

Nato sotto pressione: i timori di un conflitto globale

L’Alleanza Atlantica, che da oltre due anni fornisce supporto militare e logistico all’Ucraina, osserva con crescente preoccupazione le azioni di Mosca. Le ultime manovre militari russe, spesso condotte in collaborazione con la Bielorussia, sono interpretate come un chiaro messaggio all’Occidente. Le violazioni dello spazio aereo e le operazioni di droni hanno accresciuto il timore che il Cremlino stia testando la reattività dei sistemi di difesa della Nato. Il segretario generale Mark Rutte ha ribadito l’impegno dell’Alleanza a difendere ogni centimetro del territorio dei Paesi membri, ma gli analisti avvertono su ritardi significativi negli investimenti e nelle forniture, in particolare in Europa.

Lo scenario delle “100 ore”: il monito del generale Shirreff

Il generale Sir Richard Shirreff, durante l’intervista con il Daily Mail, ha delineato una simulazione inquietante: un attacco russo a sorpresa potrebbe infrangere le linee difensive europee in appena 100 ore. “È uno scenario estremo, ma non impossibile”, ha dichiarato, sottolineando l’urgenza di un potenziamento della deterrenza. Shirreff, che ha ricoperto un ruolo di comando nella Nato fino al 2014, ha messo in evidenza che, nonostante le perdite subite in Ucraina, le forze convenzionali russe rimangono robuste e in grado di esercitare pressione sui Paesi baltici e sull’Europa orientale.

Secondo l’ex generale, se Mosca dovesse lanciare un’offensiva improvvisa, la Nato e l’Europa non avrebbero il tempo necessario per organizzare rinforzi, spostare truppe e proteggere infrastrutture chiave. In poco più di quattro giorni, le prime linee difensive potrebbero crollare, lasciando un vasto territorio densamente popolato scoperto. Il concetto di “100 ore” non si riferisce solo alla modalità di attacco, ma alla rapidità con cui gli effetti potrebbero manifestarsi: collasso delle difese iniziali, caos nei trasporti e nelle comunicazioni, e una crescente pressione psicologica e politica su governi e opinioni pubbliche.

Difese europee tra ritardi e vulnerabilità

Numerosi rapporti internazionali avvertono che l’Europa deve ancora superare significative lacune difensive. L’IISS (International Institute for Strategic Studies) ha evidenziato che, nonostante gli impegni di spesa, persistono ritardi nella produzione di armamenti, carenze logistiche e difficoltà di coordinamento tra i vari eserciti. Gli Stati Uniti continuano a rappresentare la colonna portante dell’Alleanza, ma anche Washington riconosce limitazioni: la disponibilità di sistemi di intelligence, sorveglianza e ricognizione in Europa non è sufficiente per garantire un allerta tempestivo contro potenziali manovre russe. Un gap che, in caso di escalation, potrebbe rivelarsi cruciale.

Capacità russe: produzione bellica e minacce ibride

Nonostante le sanzioni e le perdite sul fronte ucraino, la Russia ha incrementato la sua produzione militare, concentrandosi su artiglieria, droni e missili a medio raggio. Secondo il comandante supremo delle forze Nato in Europa, Christopher Cavoli, Mosca dispone attualmente di scorte di munizioni superiori a quelle combinate di Stati Uniti ed Europa. Gli esperti avvertono, però, che il Cremlino potrebbe optare per una strategia “ibrida”, caratterizzata da cyberattacchi (come quello recente agli aeroporti europei), sabotaggi di infrastrutture critiche, disinformazione e operazioni clandestine. Questi strumenti consentirebbero di destabilizzare l’Europa rapidamente, senza la necessità di un conflitto convenzionale aperto.

Riflessioni sulla possibilità di un conflitto globale

Molti analisti manifestano scetticismo riguardo all’ipotesi di una guerra lampo in grado di travolgere l’Europa in meno di cinque giorni. Le carenze logistiche russe, le difficoltà nel sostenere un’offensiva simultanea su più fronti e la capacità di reazione della Nato rappresentano ostacoli significativi. Tuttavia, lo scenario delineato dal generale Shirreff non è privo di fondamento: funge da monito per non abbassare la guardia e per accelerare il potenziamento delle difese europee. Sebbene la possibilità di un conflitto globale appaia remota, l’instabilità crescente richiede attenzione e prontezza, poiché errori di calcolo o provocazioni potrebbero comunque condurre a un confronto diretto.

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