A meno di ventiquattro ore dalla firma del decreto esecutivo che istituisce la Politica Nazionale dei Data Center, il 5 febbraio 2025, nello Stato di Rio de Janeiro sono già state presentate richieste di connessione per nuovi impianti digitali che ammontano a ben 5,8 gigawatt. L’informazione è stata rivelata da Thiago Prado, presidente dell’Impresa di Ricerca Energetica (Epe).
Significato delle proiezioni di espansione
La cifra è particolarmente significativa se messa a confronto con le proiezioni della stessa Epe, che stima il potenziale totale di espansione del mercato dei data center in Brasile in 16 gigawatt. Secondo Prado, molti progetti avevano subito un rallentamento proprio in attesa della cornice normativa che il decreto ha finalmente fornito. Questo nuovo quadro prevede incentivi fiscali per un periodo di cinque anni, tra cui l’esenzione da dazi d’importazione e imposte interne. Le aziende, in cambio, dovranno rispettare severi criteri ambientali, come l’utilizzo di energia rinnovabile e l’adozione di pratiche di efficienza idrica.
Impatto sulla rete elettrica nazionale
Prado ha garantito che il Brasile possiede una quantità adeguata di energia per sostenere questa espansione, ma ha anche avvertito che i picchi di domanda generati dai centri dedicati all’intelligenza artificiale rappresenteranno una sfida per la rete elettrica nazionale.
Obiettivi del decreto e investimenti previsti
Il decreto, firmato mercoledì dal presidente Luiz Inácio Lula da Silva, ha come obiettivo quello di attrarre investimenti fino a 320 miliardi di euro (2.000 miliardi di real) nel settore dei servizi digitali nei prossimi dieci anni. Questa misura rappresenta un passo cruciale per il Brasile, che punta a diventare un attore chiave nel panorama globale dei data center e dei servizi digitali.