Il 2025 segna un momento cruciale per la situazione in **Medio Oriente**, con il presidente degli **Stati Uniti**, **Donald Trump**, che ha dato il via libera a **Tony Blair** per avviare un dialogo tra le parti regionali e internazionali. L’obiettivo è quello di discutere la creazione di un organismo di transizione postbellica che possa governare la **Striscia di Gaza** fino a quando non sarà possibile trasferirne il controllo all’**Autorità Nazionale Palestinese**. Questa informazione è stata riportata dal Times of Israel, che ha svelato dettagli inediti riguardo alla proposta dell’ex primo ministro britannico.
Dettagli della proposta di Tony Blair
La proposta di **Tony Blair**, redatta in forma scritta, non menziona alcun piano di sfollamento per i **palestinesi** residenti a **Gaza**, né tantomeno accenna alla creazione di una cosiddetta “Trump Riviera”. Invece, il piano prevede l’istituzione di una “Property Rights Preservation Unit”, che ha come scopo quello di garantire che eventuali partenze volontarie dei cittadini di **Gaza** non pregiudichino il loro diritto di ritorno nell’enclave o la loro proprietà immobiliare. Una fonte coinvolta nelle trattative ha sottolineato: “Non abbiamo un piano per trasferire la popolazione di **Gaza** fuori da **Gaza**. **Gaza** è per i suoi abitanti”.
Reazioni e sviluppo della situazione
Un funzionario statunitense, parlando con il Times of Israel, ha fatto notare che il ministro delle Finanze israeliano, **Bezalel Smotrich**, non è stato informato della decisione di **Trump** di adottare il ‘piano **Blair**’, che non ha nulla a che vedere con le affermazioni fatte dal ministro di ultradestra riguardo a una presunta “miniera d’oro immobiliare”. Il piano, i cui dettagli sono stati acquisiti dal Times of Israel, prevede la creazione dell’**Autorità Internazionale di Transizione di Gaza** (**GITA**) e di una serie di strutture subordinate per gestire la **Striscia di Gaza** fino a quando il controllo non sarà trasferito all’**Autorità Nazionale Palestinese**.
Un piano per la pace
Negli ultimi mesi, la proposta di **Blair** si è trasformata in un piano strategico per porre fine al conflitto, poiché l’amministrazione **Trump** ha riconosciuto l’importanza di un accordo tra i principali attori coinvolti per stabilire un organismo che possa sostituire **Hamas** a **Gaza**. Questa iniziativa è vista come fondamentale per garantire un cessate il fuoco duraturo e facilitare il rilascio degli ostaggi, come confermato da un funzionario statunitense e da una seconda fonte a conoscenza della questione. La situazione attuale, quindi, non solo mette in luce le dinamiche politiche in corso, ma rappresenta anche un tentativo di trovare una soluzione duratura a un conflitto che dura da decenni.