Il procuratore generale della Spagna, Alvaro Garcia Ortiz, ha dato il via a un’indagine preliminare riguardante presunti crimini legati a violazioni del Diritto internazionale dei Diritti Umani e del Diritto Internazionale Umanitario da parte delle forze armate israeliane nella Striscia di Gaza. La decisione è stata presa su richiesta di Dolores Delgado, responsabile della Procura per i Diritti Umani e la Memoria Democratica, che ha confermato l’inizio delle indagini durante un’intervista alla radio Cadena Ser.
La base di questa indagine si fonda su un rapporto della polizia nazionale, presentato a giugno alla Procura, contenente un considerevole numero di prove e testimonianze riservate relative a gravi violazioni del diritto internazionale e umanitario. Dolores Delgado ha sottolineato che l’inchiesta segue un percorso simile a quello avviato dalla giustizia spagnola per esaminare i crimini di guerra perpetrati dalla Russia in Ucraina.
Principio di giurisdizione universale
Il principio di giurisdizione universale consente ai tribunali spagnoli di perseguire crimini di particolare gravità , come genocidio e crimini contro l’umanità . Tuttavia, a seguito della riforma del 2014, introdotta dall’ex governo di Mariano Rajoy, tali indagini sono limitate ai casi in cui siano coinvolti cittadini spagnoli e nel caso in cui il Paese in cui sono stati commessi i crimini, in questo caso Israele, non abbia avviato inchieste proprie.
La Procura spagnola ha informato la Corte Internazionale di Giustizia e la Corte Penale Internazionale (CPI) riguardo all’apertura delle indagini, in quanto entrambe hanno già avviato le loro rispettive istruttorie. Sebbene la Spagna abbia aderito alla causa presentata dal Sudafrica presso la Corte Internazionale di Giustizia e collabori con la CPI, Israele non riconosce l’autorità di quest’ultima.
Collaborazione con le autorità internazionali
Dolores Delgado ha evidenziato che la CPI “non dispone di forze di polizia” e, pertanto, “necessita del supporto degli Stati per l’attuazione delle sue decisioni”. Ha inoltre fatto riferimento alla richiesta della Corte Internazionale di Giustizia agli Stati di preservare il materiale probatorio che viene raccolto, affinché possa contribuire a futuri procedimenti legali.
“Non abbiamo mai avuto accesso a così tante informazioni in tempo reale riguardo a possibili violazioni dei diritti umani. È fondamentale preservare queste prove. Immaginate se, nel contesto dell’Olocausto, avessimo avuto accesso a questo materiale in tempo reale”, ha concluso la procuratrice, sottolineando l’importanza della raccolta e della conservazione delle evidenze in questo delicato ambito di indagine.