Negli ultimi giorni, la situazione a Gaza ha attirato l’attenzione globale grazie a testimonianze e reportage che riportano l’uso da parte delle forze israeliane di veicoli blindati telecomandati, noti come “robot bomba”. Questi dispositivi, spesso costituiti da vecchi blindati M113 modificati, sono equipaggiati con enormi quantità di esplosivo e vengono controllati a distanza fino a obiettivi urbani, dove vengono fatti esplodere. Questo articolo esplorerà la natura di questi veicoli, il loro funzionamento e gli effetti devastanti che provocano.
La definizione di “robot bomba”
Con termini come “robot imbottiti di esplosivo” o “veicoli corazzati teleguidati”, si fa riferimento a mezzi militari adattati per operare senza equipaggio. Questi veicoli, solitamente dismessi e riadattati, vengono riempiti di esplosivo e controllati a distanza fino al loro obiettivo, dove vengono fatti detonare. Le informazioni raccolte da diverse fonti giornalistiche e analisi sul campo indicano che non si tratta di ordigni di piccole dimensioni, ma di cariche esplosive capaci di causare danni significativi e onde d’urto avvertibili a grande distanza.
La realizzazione e il funzionamento dei veicoli
Il processo inizia con un veicolo robusto, come il M113, progettato per trasportare carichi pesanti e operare su terreni difficili. Questo veicolo viene equipaggiato con sistemi di telecomando, che comprendono collegamenti radio e comandi a distanza, consentendo agli operatori di manovrarlo e monitorare il percorso fino al punto di esplosione. L’interno del mezzo è adattato per contenere cariche esplosive significative, con alcune fonti che segnalano pesi di “alcune tonnellate”. Una volta che il veicolo è pronto, l’operatore lo guida verso l’obiettivo, che può essere un edificio, un bunker o un tunnel, e attiva la detonazione. In contesti urbani, la precisione del posizionamento è fondamentale, ma a causa della potenza delle cariche, il danno collaterale è spesso esteso.
Le ragioni del loro impiego
L’uso dei “robot bomba” è principalmente motivato dalla necessità di ridurre l’esposizione dei soldati a situazioni pericolose, come l’ingresso in edifici considerati trappole o in zone a rischio di imboscate. Questi veicoli si sono dimostrati efficaci nel neutralizzare tunnel, bunker e postazioni di tiro, oltre a facilitare il movimento delle truppe in aree urbane. Fonti sul campo segnalano un incremento nell’impiego di questi mezzi durante l’attuale offensiva rispetto a operazioni precedenti.
Luoghi e tempi di utilizzo
I rapporti recenti indicano un uso intensivo di questi veicoli in quartieri urbani, con esplosioni che si verificano più frequentemente durante le ore notturne o all’alba. Molti civili hanno riportato di aver udito esplosioni “nelle prime ore del mattino”. Questi veicoli vengono impiegati in aree dove si sospettano postazioni nemiche nascoste in edifici residenziali. Sebbene l’uso di veicoli telecomandati carichi di esplosivo non sia una novità , la loro applicazione in contesti urbani densamente popolati rappresenta un significativo aumento delle conseguenze civili.
Le conseguenze umane e urbane
Le esplosioni causate dai “robot bomba” hanno effetti devastanti, contribuendo a un alto numero di morti e feriti tra la popolazione civile. Oltre al tragico bilancio umano, le detonazioni danneggiano o distruggono abitazioni e infrastrutture. Le onde d’urto generate dalle esplosioni possono colpire edifici anche a notevole distanza, costringendo migliaia di persone a fuggire, aggravando ulteriormente la crisi umanitaria già esistente nella regione.
Dettagli specifici sull’impiego dei veicoli
Numerosi reportage indicano l’uso di veicoli M113 dismessi o simili riconvertiti per queste operazioni. La quantità di esplosivo trasportata varia, ma in alcuni casi si parla di cariche di “alcune tonnellate”. Gli operatori militari israeliani sono responsabili della guida di questi dispositivi da remoto, utilizzando sia un comando centralizzato che uno decentralizzato. Anche se non esiste un divieto specifico nei trattati internazionali per l’uso di tali armi, il loro impiego in aree civili solleva questioni etiche e legali. Sebbene l’utilizzo di mezzi telecomandati carichi di esplosivo non sia una novità a Gaza, la frequenza e la scala delle operazioni attuali sono senza precedenti.