Jafar Panahi, celebre regista iraniano, sarà insignito del Premio alla Carriera durante la ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma, che si svolgerà dal 15 al 26 ottobre 2025. La cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento avverrà per mano del regista vincitore dell’Oscar, Giuseppe Tornatore.
La manifestazione, come comunicato dal presidente della Fondazione Cinema per Roma, Salvatore Nastasi, su proposta della Direttrice Artistica, Paola Malanga, celebrerà Panahi, uno dei più influenti autori del cinema contemporaneo e una figura di spicco nella storia del cinema iraniano. La premiazione sarà accompagnata dalla proiezione del suo nuovo film, Un simple accident (Un semplice incidente), che ha ricevuto la Palma d’oro al Festival di Cannes. Questo lavoro segna un cambiamento significativo nella carriera di Panahi, che dopo quindici anni non si rappresenta più come protagonista delle sue opere, ma continua a offrire una visione del cinema ricca di impegno civile, sperimentazione e una libertà creativa senza precedenti.
La carriera di Jafar Panahi
Nato a Mianeh nel 1960, Jafar Panahi è considerato uno dei più grandi cineasti della storia del cinema iraniano. La sua carriera inizia giovanissimo, quando, a soli vent’anni, viene mandato al fronte durante la guerra tra Iran e Iraq. Qui inizia a documentare il conflitto, ponendo le basi per il suo futuro come cineasta. Dopo aver realizzato alcuni cortometraggi, diventa assistente di Abbas Kiarostami, lavorando al film Sotto gli ulivi nel 1994.
Il suo esordio nel lungometraggio avviene nel 1995 con Il palloncino bianco, un’opera che gli vale la Camera d’Or al Festival di Cannes. Questo film, raccontato attraverso gli occhi di un bambino, rappresenta una riflessione morale sulla società. Due anni dopo, con Lo specchio, Panahi esplora il contrasto tra l’infanzia e il mondo degli adulti, introducendo anche elementi metacinematografici. Nel 2000, il suo film Il cerchio, che narra le storie di otto donne a Teheran, vince il Leone d’Oro a Venezia, segnando l’inizio di una serie di opere considerate dei veri e propri capolavori.
Le opere e le sfide di Panahi
Panahi continua a conquistare la critica con film come Oro rosso nel 2003, ispirato a un fatto di cronaca, e Offside nel 2006, che racconta di ragazze che si travestono da uomini per assistere a una partita di calcio. Quest’ultimo lavoro gli consente di ricevere l’Orso d’Argento a Berlino. Nel 2009, la sua carriera subisce una brusca interruzione quando viene arrestato per aver partecipato a una commemorazione di un manifestante ucciso. L’anno successivo, gli viene imposto un divieto di venti anni di girare film.
Nonostante le restrizioni, nel 2011 Panahi realizza This Is Not a Film, un documentario che racconta la sua esperienza e rappresenta una fusione di biografia, poesia e politica. Le sue opere successive, come Closed Curtain nel 2013 e Taxi Teheran nel 2015, continuano a ricevere riconoscimenti internazionali, con quest’ultimo che vince l’Orso d’Oro a Berlino. Nel 2018, Tre volti ottiene il premio per la sceneggiatura a Cannes, evidenziando ancora una volta il talento narrativo di Panahi.
Nel 2022, il regista presenta Gli orsi non esistono, un’opera che riflette sulla situazione del suo Paese e sul ruolo del cinema. Tuttavia, non può partecipare alla Mostra del Cinema di Venezia, dove il film vince il premio speciale della giuria, a causa di un nuovo arresto per accuse di propaganda anti-regime. Rilasciato nel 2023, Panahi torna nel 2025 con Un simple accident, un film che gli consente di conquistare nuovamente la Palma d’oro a Cannes, consolidando la sua posizione come uno dei più importanti cineasti contemporanei.