La Spagna annuncia il boicottaggio dell’Eurovision a causa di Israele

Egidio Luigi

Settembre 16, 2025

Il Consiglio di Amministrazione della Radiotelevisione pubblica spagnola, conosciuta come Rtve, ha ufficialmente annunciato il suo ritiro dalla prossima edizione del festival di Eurovision, previsto per il 2026. Questa decisione è stata comunicata in un comunicato stampa rilasciato il 16 settembre 2025, e si basa sulla condizione che un rappresentante di Israele partecipi all’evento.

La posizione di Madrid e il boicottaggio internazionale

La scelta di Madrid di ritirarsi dal festival si allinea con quella di altri quattro Paesi, tra cui Islanda, Irlanda, Paesi Bassi e Slovenia, che hanno già dichiarato la loro intenzione di boicottare la manifestazione. Queste nazioni hanno espresso la loro protesta nei confronti del conflitto in corso a Gaza e della decisione di non escludere Israele dalla competizione. Questo approccio è simile a quello adottato in passato, quando la Russia fu esclusa dall’Eurovision a causa della sua invasione dell’Ucraina.

La decisione di Rtve è stata accolta con attenzione, poiché il festival di Eurovision è noto per la sua celebrazione della diversità culturale e musicale in Europa. Tuttavia, la situazione geopolitica attuale ha portato a una crescente tensione tra le nazioni partecipanti e ha sollevato interrogativi sulla natura politica di eventi che dovrebbero essere puramente artistici.

Il boicottaggio di Madrid rappresenta un chiaro messaggio da parte della Spagna, che intende sottolineare la propria posizione in merito alla crisi umanitaria in corso e alla necessità di una soluzione pacifica. La Spagna, così come gli altri Paesi coinvolti, sta cercando di utilizzare la propria voce per sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale su questioni di rilevanza globale, sottolineando l’importanza della solidarietà e della giustizia.

Reazioni e conseguenze del ritiro

La decisione di Rtve ha suscitato reazioni contrastanti sia all’interno che all’esterno della Spagna. Da un lato, molti cittadini e attivisti hanno applaudito la scelta del Consiglio di Amministrazione, ritenendola un atto di coraggio e responsabilità. Dall’altro, ci sono state critiche da parte di coloro che sostengono che il festival dovrebbe rimanere un evento apolitico, dove la musica e la cultura dovrebbero prevalere su questioni politiche.

Inoltre, il ritiro della Spagna potrebbe avere ripercussioni significative sull’Eurovision stesso. La manifestazione, che ha una lunga storia di celebrazione della musica e delle culture europee, si trova ora di fronte a un dilemma: come gestire le partecipazioni in un contesto di crescente polarizzazione politica. La situazione potrebbe anche portare a una revisione delle regole di partecipazione in futuro, per evitare che eventi culturali vengano influenzati da tensioni geopolitiche.

Il festival di Eurovision, che si svolge annualmente e attira milioni di spettatori, si trova quindi a un bivio, dove le sue tradizioni artistiche devono confrontarsi con le realtà politiche contemporanee. La decisione della Spagna di ritirarsi non è solo una questione di partecipazione a un evento musicale, ma rappresenta un’affermazione di valori e principi che trascendono il palcoscenico.

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