Le ruspe avanzano in Gaza City, mentre l’operazione militare israeliana continua a intensificarsi. A partire dal 6 gennaio 2025, centinaia di mezzi cingolati, insieme ai tank dell’IDF, hanno iniziato a muoversi nel nord della città , demolendo tutto ciò che si trova lungo il loro cammino. Questa fase dell’operazione segue un intenso bombardamento aereo che ha già ridotto in macerie numerosi edifici, compresi grattacieli e strutture residenziali. Tra questi, l’ultimo ad essere distrutto è stato il Burj al-Jafari, un palazzo che ospitava centinaia di famiglie, ma considerato dall’esercito israeliano un rifugio per membri di Hamas.
Contesto dell’operazione militare
Attualmente, lo Stato di Israele controlla circa il 40% dell’area urbana di Gaza City, con l’intento di aumentare questa percentuale nelle ore a venire. Gli strateghi militari al servizio del Primo Ministro Benjamin Netanyahu sono ottimisti riguardo alla possibilità di raggiungere questo obiettivo, tenendo presente che l’intera Striscia di Gaza si estende su una superficie di 365 chilometri quadrati, una dimensione comparabile a un decimo della provincia di Pavia o alla metà di quella di Lodi. Le immagini satellitari rivelano un paesaggio devastato, testimoniando l’impatto di questa operazione militare su una delle aree più densamente popolate al mondo.
Preoccupazioni internazionali
L’operazione, che si sta svolgendo in un contesto di crescente tensione, ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale. La comunità globale sta seguendo con attenzione gli sviluppi, mentre i rapporti sulle perdite civili continuano a crescere. La situazione rimane instabile e il futuro della regione appare incerto, con la speranza di una risoluzione pacifica che sembra ancora lontana.