Il presidente di El Salvador, Nayib Bukele, ha recentemente esposto le linee guida del suo governo riguardo a istruzione e sicurezza durante le celebrazioni del 204° anniversario dell’indipendenza del Paese. In questa occasione, il capo dello Stato ha presentato quello che ha definito il “modello salvadoregno”, sostenendo che per decenni la nazione non ha goduto di una vera indipendenza. “Oggi siamo infinitamente più liberi rispetto al passato”, ha dichiarato Bukele.
Riforme educative e critica al colonialismo culturale
Nel suo intervento, Bukele ha evidenziato i cambiamenti apportati ai programmi scolastici, sottolineando l’eliminazione di “contenuti imposti da strutture esterne” e da organizzazioni non governative. Ha descritto questa prassi come “un’altra forma di colonialismo“, sottolineando l’importanza di un’educazione che rispecchi le reali esigenze del Paese. Un mese prima delle celebrazioni, Bukele ha nominato l’ufficiale militare Karla Trigueros come nuova ministra dell’Istruzione, con l’incarico di stabilire nuovi standard disciplinari nelle scuole salvadoregne.
Bukele ha affrontato le critiche mosse contro la sua gestione, affermando che alcuni considerano le sue misure come un segno di autoritarismo. Tuttavia, ha precisato che si tratta semplicemente di garantire un’istruzione di base adeguata. “I sistemi educativi mondiali non funzionano”, ha aggiunto, evidenziando la necessità di un approccio più diretto e pratico per rispondere alle sfide del settore.
Strategie di sicurezza e lotta alla criminalitÃ
Oltre alla riforma educativa, il presidente ha difeso anche la sua strategia di sicurezza, sottolineando che non si basa su “ricette straniere fallite”. Bukele ha rivelato che il governo ha dovuto imprigionare circa 80.000 criminali, una misura che ha ritenuto necessaria. “Se le generazioni precedenti fossero state adeguatamente formate, tutto ciò non sarebbe stato necessario”, ha concluso, rimarcando la connessione tra istruzione e sicurezza nel contesto salvadoregno.
Queste dichiarazioni di Bukele riflettono un approccio deciso e controverso alla governance, ponendo l’accento sulla sovranità nazionale e sull’autosufficienza in un periodo storico in cui il Paese cerca di affermarsi in un contesto internazionale complesso.