La pressione internazionale continua a crescere nei confronti del G7 e della NATO affinché la Cina assuma un ruolo attivo nella risoluzione del conflitto tra Mosca e Kiev. Gli Stati Uniti hanno recentemente sollecitato i membri di queste alleanze a considerare l’imposizione di tariffe aggiuntive su Pechino, in risposta agli acquisti di petrolio russo da parte della Cina. Questa strategia è stata presentata come un modo per indurre Pechino a contribuire alla fine delle ostilità in Ucraina.
La posizione della Cina sulla cooperazione economica
Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha difeso la legittimità della cooperazione economica e energetica della Cina con vari paesi, inclusa la Russia. In una dichiarazione rilasciata il 15 settembre 2025 a Pechino, Lin ha sottolineato che tali relazioni sono “legittime, legali e irreprensibili”. La Cina, secondo il portavoce, non ha alcuna intenzione di cedere alle pressioni esterne, definendo le azioni degli Stati Uniti come un atto di “prepotenza unilaterale e coercizione economica”.
Queste affermazioni giungono in un momento di crescente tensione tra le potenze mondiali, dove la Cina si trova al centro di una rete di alleanze strategiche. La richiesta degli Stati Uniti di imporre tariffe aggiuntive su Pechino per gli acquisti di petrolio russo viene vista come un tentativo di isolare ulteriormente la Russia e di limitare le sue capacità economiche. Tuttavia, la Cina ha risposto a queste pressioni affermando la propria sovranità economica e il diritto di commerciare liberamente con qualsiasi nazione, inclusa la Russia.
Le reazioni della comunità internazionale
La comunità internazionale sta osservando attentamente gli sviluppi di questa situazione. I membri del G7 e della NATO sono divisi sulle modalità di approccio nei confronti della Cina e della Russia. Alcuni paesi, spinti dagli Stati Uniti, sostengono l’adozione di misure più severe per limitare le interazioni economiche tra la Cina e la Russia, mentre altri avvertono che tali azioni potrebbero avere ripercussioni negative sull’economia globale.
L’Unione Europea, da parte sua, sta cercando di mantenere un equilibrio tra la necessità di sostenere l’Ucraina e il desiderio di evitare un’escalation delle tensioni con la Cina. La situazione è complessa e richiede una riflessione approfondita da parte dei leader mondiali, che devono considerare le conseguenze a lungo termine delle loro azioni. La Cina, forte della sua posizione economica, continua a respingere le pressioni esterne, affermando la propria indipendenza nelle scelte commerciali.
Le dichiarazioni di Lin Jian evidenziano un punto cruciale: la Cina non intende retrocedere di fronte alle intimidazioni e continuerà a perseguire i propri interessi economici. La risposta a questo conflitto geopolitico richiederà diplomazia e dialogo, piuttosto che misure coercitive, per trovare una soluzione duratura e pacifica.