Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu critica i raid in Qatar e l’alta tensione tra Tel Aviv e Madrid

Egidio Luigi

Settembre 12, 2025

Il conflitto in Medioriente ha raggiunto il giorno 707, segnato da eventi significativi. Il 12 settembre 2025, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha espresso la propria condanna per gli attacchi avvenuti in Qatar, senza però menzionare esplicitamente il coinvolgimento di Israele. Questa dichiarazione ha sollevato interrogativi e tensioni, soprattutto sulla linea diplomatica che intercorre tra Tel Aviv e Madrid.

Il governo spagnolo ha risposto con fermezza alle affermazioni del primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, che aveva accusato la Spagna di non poter fermare le operazioni israeliane contro Hamas per la mancanza di armi nucleari. La Spagna ha definito tali commenti “falsi e calunniosi”, ribadendo il legame di amicizia tra il popolo spagnolo e le comunità sia israeliane che palestinesi.

Netanyahu ha inoltre dichiarato, durante una cerimonia di firma di un importante progetto di insediamento nella Cisgiordania occupata, che non ci sarà alcun riconoscimento di uno Stato palestinese. Questa affermazione ha ulteriormente inasprito le tensioni nel già complesso panorama politico della regione.

Nel frattempo, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione comune riguardante la crisi umanitaria a Gaza, con 305 voti favorevoli, 151 contrari e 122 astenuti. Questa è la prima volta in oltre un anno che una risoluzione di maggioranza sulla crisi nella Striscia di Gaza ottiene un voto in aula, chiedendo agli Stati membri di considerare il riconoscimento dello Stato di Palestina.

Global sumud flotilla: attacco aereo

Un episodio di notevole rilevanza è avvenuto con la Global Sumud Flotilla, che ha denunciato di essere stata colpita da un drone durante le sue operazioni. Questo attacco ha sollevato preoccupazioni internazionali riguardo alla sicurezza delle operazioni umanitarie nella regione e ha messo in luce le tensioni crescenti tra le varie fazioni coinvolte nel conflitto.

Le testimonianze dei membri della Flotilla hanno rivelato che l’attacco ha avuto luogo in acque internazionali, suscitando immediate reazioni da parte di organizzazioni per i diritti umani e governi stranieri. Le autorità israeliane hanno minimizzato l’incidente, affermando che l’operazione era necessaria per garantire la sicurezza nazionale, mentre i critici hanno denunciato la violazione delle norme internazionali.

La situazione rimane tesa e complessa, con le parti coinvolte che continuano a scambiarsi accuse e a intensificare le loro posizioni. Le conseguenze di questi eventi si riflettono non solo a livello locale ma anche sul piano internazionale, dove le diplomazie si trovano a dover affrontare un contesto sempre più instabile.

Il 12 settembre 2025 segna dunque una data cruciale, non solo per il conflitto in corso, ma anche per le relazioni diplomatiche tra i vari attori coinvolti, con ripercussioni che potrebbero estendersi ben oltre i confini della regione.

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