Wish You Were Here: l’album che ha segnato la carriera dei Pink Floyd

Marianna Perrone

Settembre 11, 2025

“Wish You Were Here” festeggia il suo cinquantesimo anniversario, un traguardo che sottolinea ancora una volta come i Pink Floyd siano un simbolo duraturo nella storia del rock, riuscendo a mantenere intatto il loro fascino nel corso degli anni.

La band e la loro eredità musicale

Dal 1994, i Pink Floyd non hanno più pubblicato nuova musica come gruppo. L’ultimo lavoro a loro nome, “Endless River“, ha visto la luce nel 2014, sei anni dopo la scomparsa di Richard Wright. Questo album è composto da brani strumentali inediti registrati nel 1993 durante le sessioni di “The Division Bell“. Nonostante la loro inattività, l’interesse per la band non accenna a diminuire. Nel 2025, la riedizione del leggendario doppio live “Pink Floyd At Pompeii” ha conquistato il primo posto nelle classifiche italiane degli album e dei vinili, dimostrando che il fascino della loro musica psichedelica e sperimentale è ancora vivo. “Wish You Were Here” si colloca storicamente come un capitolo fondamentale dopo il successo di “The Dark Side of The Moon“, un album che ha segnato un cambiamento radicale nel sound del gruppo e li ha catapultati in una dimensione ineguagliabile, anche per quanto riguarda l’innovazione tecnologica. La registrazione di “The Dark Side” in quadrifonia, una tecnica all’epoca non commercializzata, è un chiaro esempio della loro lungimiranza.

Storia e significato di “Wish You Were Here”

La storia di “Wish You Were Here” è intrisa di tensioni creative, sfide e intuizioni che hanno portato a un’opera di grande impatto. Questo album è un tributo a Syd Barrett, il fondatore della band, che a causa dei suoi problemi mentali aveva abbandonato il gruppo. La celebrazione della sua figura culmina nella maestosa “Shine On You Crazy Diamond“, considerata una delle canzoni più significative sulla follia. Un episodio emblematico avvenne il 5 giugno 1975, durante le registrazioni di “Shine On You Crazy Diamond” presso gli Abbey Road Studios. Un uomo dall’aspetto trascurato, con i capelli e le sopracciglia rasati, entrò nello studio. Solo David Gilmour riconobbe Syd Barrett, che da tempo viveva in isolamento. La sua presenza, in quel momento così cruciale, non suscitò reazioni particolari: Barrett sembrava estraniato, come se non comprendesse il tributo dei suoi ex compagni. La sua apparizione si ripeté un paio di volte, accrescendo la tristezza tra i membri della band. Waters lo intravide una volta in lontananza, ma il loro legame si era ormai spezzato. Oltre al ricordo di Barrett, l’album affronta il tema del rapporto tra artisti e mercato, rappresentato dalla celebre copertina progettata da Storm Thorgerson e Aubrey “Po” Powell, fondatori dello studio Hipgnosis. La fotografia, scattata a Burbank, mostra due uomini che si stringono la mano mentre uno di loro prende fuoco, un’immagine potente che simboleggia il sacrificio dell’artista nel mondo degli affari.

Accoglienza e impatto nel tempo

È curioso notare che al momento della sua pubblicazione, “Wish You Were Here” ricevette una critica piuttosto tiepida, mentre il pubblico lo accolse con entusiasmo. Con il passare degli anni, l’album è stato rivalutato e oggi è considerato uno dei lavori più significativi della storia del rock. Le sue melodie e i suoi temi profondi hanno lasciato un’impronta indelebile, tanto da essere riconosciuto come un capolavoro senza tempo. Nel 2025, il suo cinquantesimo anniversario non fa che confermare l’importanza di quest’opera e la sua capacità di toccare le corde più profonde dell’animo umano.

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