Nepal in fiamme: una famiglia di italiani si lancia dalla finestra per salvarsi

Egidio Luigi

Settembre 11, 2025

Il viaggio di una famiglia di Parma, giunta il 1 settembre 2025 a Kathmandu, in Nepal, per svolgere attività di volontariato presso una scuola per orfani tibetani, si è trasformato in un incubo. A raccontare la drammatica esperienza è Filippo Reggiani, 48 anni, responsabile di un gruppo di consulenti informatici, che si trovava in compagnia della figlia di 11 anni e dei genitori, entrambi di circa settant’anni. La loro avventura si è interrotta bruscamente a causa di una rivolta che ha scosso il Paese, mettendo a rischio le loro vite.

Il volontariato e l’arrivo a Kathmandu

La famiglia Reggiani era in Nepal per sostenere la Tashi Orphan School, un’iniziativa che si occupa di bambini orfani tibetani. Filippo ha spiegato che avevano portato con sé diversi beni di prima necessità, tra cui vestiti, scarpe, acqua, matite e una macchina da cucire, per contribuire al benessere dei piccoli ospiti della scuola. I primi giorni di permanenza erano stati dedicati all’attività di volontariato, durante la quale il nonno intratteneva i bambini con giochi di magia. Tuttavia, la situazione è precipitata martedì, quando è scoppiata una rivolta violenta.

La rivolta e la fuga dalla violenza

Filippo ha descritto il caos che ha invaso la città, con bande armate che hanno dato fuoco a tutto ciò che trovavano. In preda al panico, la famiglia ha deciso di rifugiarsi nell’albergo dove alloggiava, lo Hyatt Regency, seguendo il consiglio degli abitanti del luogo. La paura era palpabile: “Eravamo circondati da una folla inferocita contro il governo e contro tutti”, ha dichiarato Reggiani. Le strade erano in preda al caos e l’aeroporto era già stato chiuso, rendendo impossibile una fuga immediata.

La lotta per la sopravvivenza

La situazione è rapidamente degenerata. Mentre si trovavano rinchiusi nella loro camera, la famiglia ha assistito impotente all’incendio che ha avvolto l’albergo. “In tarda serata abbiamo visto che anche la hall era in fiamme. I corridoi erano pieni di fumo e non potevamo uscire”, ha raccontato Filippo. La disperazione ha preso piede, ma l’istinto di sopravvivenza ha spinto i Reggiani a cercare una via di fuga. Fortunatamente, alcuni tibetani presenti in strada hanno notato la loro situazione e si sono offerti di aiutarli.

Un salvataggio in extremis

Con l’assistenza di queste persone, la famiglia è riuscita a trovare un modo per scappare dall’albergo in fiamme. L’unica opzione rimasta era lanciarsi dalla finestra, utilizzando mezzi di fortuna. La determinazione e il coraggio dei tibetani hanno fatto la differenza, permettendo ai Reggiani di mettersi in salvo. Questa esperienza traumatica ha segnato un viaggio che doveva essere dedicato al sostegno e all’aiuto, trasformandosi in una lotta per la vita. La famiglia ora si trova a riflettere su quanto accaduto, consapevole di aver affrontato una delle situazioni più pericolose della loro esistenza.

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