Il “processo del secolo” continua a occupare le prime pagine in Brasile, con l’ex presidente Jair Bolsonaro al centro di un caso giudiziario che ha attirato l’attenzione internazionale. Oggi, 5 maggio 2025, il giudice Luiz Fux, della Prima sezione della Corte Suprema brasiliana (STF), ha pronunciato un intervento di oltre dieci ore, portando a una svolta inaspettata nel caso. Fux è stato il primo magistrato a esprimere un voto a favore dell’assoluzione di Bolsonaro, dopo le condanne precedenti di Alexandre de Moraes e Flávio Dino.
Il giudice e la giurisdizione della corte
Il giudice ha sottolineato che “non c’è colpo di Stato senza che il governo eletto venga effettivamente rovesciato”, evidenziando la mancanza di giurisdizione della Corte Suprema nel giudicare Bolsonaro, ora privo del “foro privilegiato”, un meccanismo che conferisce competenze giudiziarie speciali alle alte cariche dello Stato. Secondo Fux, tutti gli atti procedurali fino a questo momento sarebbero nulli, e ha messo in evidenza la “totale assenza di prove” a carico dell’ex presidente.
Assoluzione e reati contestati
Bolsonaro è stato assolto da tutti e cinque i reati contestati dalla Procura generale, tra cui tentativo di colpo di Stato, abolizione violenta dello Stato di diritto, associazione a delinquere, danni al patrimonio pubblico e deterioramento di beni vincolati. Con il voto di Fux, il parziale del giudizio si è spostato sul 2 a 1 a favore della condanna, lasciando un solo voto necessario per confermare la responsabilità di Bolsonaro.
Prossimi passi del processo
Il processo riprenderà domani, 6 maggio 2025, con i voti dei giudici Carmen Lucia e Cristiano Zanin, i quali saranno determinanti per una possibile condanna definitiva dell’ex presidente. La Prima sezione della Corte Suprema è composta da cinque membri e, secondo le fonti brasiliane, entrambi i giudici potrebbero seguire le posizioni di Moraes e Dino.
Situazione attuale di Bolsonaro
Attualmente, Bolsonaro si trova agli arresti domiciliari e affronta una pena potenziale di fino a 43 anni di carcere. Potrà presentare appello solo se due dei cinque giudici voteranno contro la condanna; in caso contrario, se il voto fosse di quattro a uno o cinque a zero, la sentenza diventerà definitiva. In tale eventualità , la difesa potrà rivolgersi unicamente alle corti internazionali, inclusa la Corte interamericana dei diritti umani dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa).