L’Ucraina ha dichiarato di aver colpito nuovamente l’oleodotto Druzhba, situato nella regione russa di Bryansk, il 15 gennaio 2025. Questo oleodotto è cruciale per il rifornimento di petrolio russo a paesi come Ungheria e Slovacchia, che continuano a fare affidamento sulle forniture energetiche dalla Russia nonostante le sanzioni imposte dall’Unione Europea. La notizia è stata riportata da Sky News, citando Robert Brovdi, comandante delle forze droni ucraine, il quale ha affermato che l’attacco ha provocato “danni ingenti dovuti all’incendio”.
Il ruolo dell’oleodotto Druzhba
L’oleodotto Druzhba, uno dei più lunghi al mondo, svolge un ruolo fondamentale nel trasporto di greggio dalla Russia verso diverse nazioni europee. In particolare, fornisce petrolio a Budapest e Bratislava, consentendo a questi paesi di mantenere i loro approvvigionamenti energetici. Nonostante le misure adottate dall’Unione Europea per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, Ungheria e Slovacchia continuano a ricevere greggio tramite questo oleodotto. La situazione attuale evidenzia le complessità geopolitiche e le sfide legate alla sicurezza energetica in Europa.
Reazioni e verifiche
L’affermazione di Robert Brovdi non è stata confermata attraverso fonti indipendenti, il che solleva interrogativi sulla veridicità delle notizie provenienti dalla zona di conflitto. La Russia, da parte sua, non ha rilasciato commenti specifici riguardo all’attacco all’oleodotto Druzhba. Tuttavia, ha menzionato un attacco separato alla raffineria di petrolio di Ilsky, situata a Krasnodar, suggerendo che la situazione nella regione è tesa e in continua evoluzione. Le autorità russe sono solite mantenere un certo riserbo su eventi di questo tipo, rendendo difficile ottenere informazioni accurate e tempestive.
Le implicazioni del conflitto
Il conflitto tra Ucraina e Russia continua a influenzare le dinamiche energetiche in Europa. L’attacco all’oleodotto Druzhba, se confermato, potrebbe avere ripercussioni significative sui rifornimenti di petrolio per i paesi coinvolti. La dipendenza di Ungheria e Slovacchia dalle forniture russe mette in evidenza la vulnerabilità dei sistemi energetici europei e la necessità di diversificare le fonti di approvvigionamento. La situazione richiede un’attenta osservazione da parte dei leader europei, che devono affrontare le sfide legate alla sicurezza energetica in un contesto geopolitico sempre più instabile.