L’Idf intensifica le operazioni a Gaza City, distruggendo torri e sfollando palestinesi

Egidio Luigi

Settembre 6, 2025

Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha espresso chiaramente l’intenzione di Israele di proseguire nell’operazione di conquista di Gaza City, utilizzando un linguaggio diretto e inequivocabile. In un video condiviso, ha mostrato l’abbattimento della torre Al-Sussi, un edificio di 15 piani, distrutto dalle forze di difesa israeliane (IDF). Secondo l’esercito, i terroristi avrebbero utilizzato l’edificio come punto di osservazione per monitorare le operazioni israeliane. Tuttavia, le autorità di Hamas hanno rigettato queste affermazioni, sostenendo che la torre ospitasse esclusivamente civili innocenti.

La situazione drammatica della popolazione di Gaza

La popolazione di Gaza si trova di fronte a una scelta drammatica che perdura da 23 mesi: fuggire verso le cosiddette “zone umanitarie” nel sud della Striscia, come ordinato dalle forze israeliane, o rimanere e affrontare la morte. La guerra ha già causato un numero spaventoso di vittime, con un conteggio che si avvicina a 70.000 morti, tra cui almeno 20.000 bambini, secondo Save the Children che riporta i dati forniti dal governo di Hamas. L’organizzazione ha evidenziato che un bambino è morto ogni ora dall’inizio del conflitto, con un tragico bilancio di 1.009 neonati uccisi, di cui 450 nati durante la guerra. Inoltre, oltre 42.000 bambini sono stati feriti e circa 21.000 sono rimasti invalidi a vita, secondo le stime delle Nazioni Unite.

Le immagini che giungono da Gaza raccontano un’umanità in sofferenza, con corpi senza vita e feriti che affollano gli ospedali, mentre la crisi umanitaria continua a peggiorare a causa della rinnovata offensiva militare dell’IDF nel nord della Striscia. Il portavoce dell’esercito israeliano, Avihai Adraee, ha esortato i residenti di Gaza City a trasferirsi immediatamente nelle zone umanitarie, promettendo sicurezza. Tuttavia, le aree designate come sicure, come Al-Mawasi e Khan Yunis, sono state ripetutamente bombardate, con un numero crescente di morti ogni giorno.

Le prospettive di pace e le tensioni con Hamas

In questo contesto drammatico, l’unica speranza per la popolazione civile risiede in una possibile soluzione diplomatica al conflitto, ma tale prospettiva appare lontana. Hamas ha dichiarato la propria disponibilità a un accordo globale per porre fine alle ostilità e liberare tutti gli ostaggi. Secondo fonti dei media arabi, una delegazione di Hamas sarebbe stata inviata al Cairo per discutere nuovi incontri. Tuttavia, il governo di Benjamin Netanyahu ha mostrato scetticismo, confermando la volontà di continuare le operazioni militari per eliminare i miliziani dalla Striscia. Nella giornata di venerdì, il presidente statunitense Donald Trump ha rivelato che i negoziati con Hamas sono in fase avanzata, sottolineando la necessità di liberare immediatamente gli ostaggi, avvertendo che in caso contrario le conseguenze sarebbero gravi.

Attualmente, tra i 251 israeliani rapiti durante l’attacco del 7 ottobre 2023, 47 sono ancora nelle mani di Hamas a Gaza, con stime che indicano almeno 25 di loro deceduti. Trump ha espresso preoccupazione, affermando che il numero delle vittime potrebbe essere superiore a quanto riportato, lasciando intendere che alcune potrebbero essere morte di recente.

Queste dichiarazioni hanno scatenato la reazione delle famiglie degli ostaggi, che si sono radunate a Gerusalemme e in altre città israeliane per protestare contro il governo, chiedendo un accordo per il cessate il fuoco e la liberazione dei rapiti dopo oltre 700 giorni di prigionia. Merav Svirsky, sorella di un ostaggio ucciso, ha lanciato un allerta, sottolineando che la conquista di Gaza City da parte del governo israeliano potrebbe portare a ulteriori tragedie per gli ostaggi.

Le accuse della regina Rania di Giordania

In un contesto di crescente tensione, la regina di Giordania, Rania al-Abdullah, ha accusato Israele di “affamare un’intera popolazione sotto assedio” durante un intervento a una conferenza in Messico. Ha descritto la situazione a Gaza come catastrofica, evidenziando la brutalità della distruzione e il numero elevato di vittime. Ha messo in luce le difficoltà dei medici, che lottano per curare i feriti a causa della scarsità di rifornimenti, e ha denunciato l’uccisione di giornalisti che operano in prima linea. La regina ha concluso il suo intervento affermando che non esiste giustificazione per bombardare ospedali, affamare bambini o attaccare chi cerca aiuto.

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