Un ostaggio israeliano chiede: “Vogliamo tornare a casa”

Egidio Luigi

Settembre 5, 2025

Il 5 settembre 2025, un video di 28 secondi ha catturato l’attenzione dei media, mostrando Guy Gilboa-Dalal, un giovane ostaggio di Hamas, mentre implora la sua liberazione. Le sue parole, pronunciate in un contesto di evidente angoscia, sono state registrate in un momento di vulnerabilità. Gilboa-Dalal, visibilmente scosso, ha chiesto: “Vogliamo tornare dalle nostre famiglie. Per favore, riportateci indietro”. La registrazione è stata diffusa dal gruppo terroristico, ma la famiglia ha scelto di non divulgare le immagini di Alon Ohel, un altro ostaggio, presente nel video.

Il video e le circostanze della cattura

Nel filmato, Guy Gilboa-Dalal dichiara di essere stato preso in ostaggio dalle brigate Izz ad-Din al-Qassam a Gaza City il 28 agosto 2025. La sua immagine, con i capelli corti e una camicia blu scuro, trasmette una chiara sensazione di angoscia. In una parte del video, appare seduto sul sedile posteriore di un’auto, con le mani che coprono il viso, un gesto che evidenzia la sua disperazione. Questa registrazione è stata rilasciata in un momento in cui la famiglia di Gilboa-Dalal ha deciso di rendere pubblica solo una parte del materiale, mantenendo private le immagini di Alon Ohel.

La scelta della famiglia di non diffondere il video completo è stata motivata dalla volontà di proteggere la privacy e la dignità degli ostaggi. La situazione attuale di Gilboa-Dalal e Ohel è drammatica, e il loro appello per la libertà risuona non solo tra le loro famiglie, ma anche tra le comunità più ampie che seguono con ansia gli sviluppi della situazione.

Il contesto del conflitto e le reazioni

La cattura di Guy Gilboa-Dalal e Alon Ohel si inserisce in un contesto di tensioni crescenti tra Israele e Hamas, un conflitto che ha radici profonde e complesse. Le reazioni alla diffusione del video sono state immediate, sollevando interrogativi sulla sicurezza degli ostaggi e sull’efficacia delle negoziazioni per la loro liberazione. Le autorità israeliane hanno intensificato gli sforzi per ottenere il rilascio degli ostaggi, mentre la comunità internazionale osserva con preoccupazione la situazione.

Le dichiarazioni di Gilboa-Dalal, che implora di tornare a casa, mettono in evidenza l’umanità degli ostaggi, spesso ridotti a numeri o statistiche nei rapporti di conflitto. La loro storia personale, le loro famiglie e le loro vite sono spesso dimenticate nel dibattito politico. La diffusione di questo video ha riacceso l’attenzione sull’importanza di salvaguardare la vita umana, anche in situazioni di conflitto.

La famiglia di Gilboa-Dalal ha espresso una profonda preoccupazione per il benessere del giovane e ha chiesto un intervento immediato da parte delle autorità. La loro richiesta di attenzione e supporto sottolinea l’urgenza della situazione e la necessità di azioni concrete per garantire la sicurezza degli ostaggi e il loro ritorno a casa.

Il dramma di Guy Gilboa-Dalal e Alon Ohel rappresenta solo una delle tante storie di sofferenza e speranza in un conflitto che continua a mietere vittime innocenti.

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