Unifil: attacco israeliano in Libano contro i caschi blu, Idf a Gaza City

Egidio Luigi

Settembre 4, 2025

L’UNIFIL ha reso noto che droni israeliani hanno lanciato quattro granate in prossimità delle forze di pace, un episodio definito “uno degli attacchi più gravi” dal cessate il fuoco avvenuto nel novembre 2023. La situazione si è aggravata nella mattinata di ieri, quando i droni delle Forze di Difesa Israeliane hanno colpito un’area dove gli operatori dell’UNIFIL erano impegnati a rimuovere dei blocchi stradali, ostacolando l’accesso a una postazione delle Nazioni Unite.

Situazione di emergenza per le forze di pace

Secondo quanto riportato dall’UNIFIL, una delle granate è esplosa a meno di 20 metri dal personale e dai veicoli delle Nazioni Unite, mentre le altre tre sono cadute a circa 100 metri di distanza. I droni sono stati avvistati mentre tornavano verso sud della Linea Blu. L’agenzia ha sottolineato che le Forze di Difesa Israeliane erano state avvisate in anticipo delle operazioni di sgombero in corso, condotte a sud-est del villaggio di Marwahin. A causa dell’incidente, le attività di rimozione dei blocchi stradali sono state interrotte per motivi di sicurezza. L’UNIFIL ha dichiarato che qualsiasi azione che metta a rischio le forze di pace e i loro beni, oltre a interferire con i compiti assegnati, rappresenta una grave violazione della Risoluzione 1701 e del diritto internazionale. È compito delle Forze di Difesa Israeliane garantire la sicurezza delle forze di pace operanti nella regione.

Reazione delle forze israeliane

In risposta a queste affermazioni, le Forze di Difesa Israeliane hanno dichiarato che il loro intervento era una reazione a una “presenza sospetta” nell’area. Secondo quanto riportato dal Times of Israel, le IDF hanno avviato un’indagine sull’incidente e hanno comunicato che non vi è stata alcuna intenzione di colpire deliberatamente il personale dell’UNIFIL, ribadendo che la sicurezza dei civili e delle forze israeliane rimane una priorità.

Hamas propone un accordo globale per la pace

Nella giornata di ieri, Hamas ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui si è dichiarato pronto a negoziare un accordo complessivo per porre fine al conflitto e liberare tutti gli ostaggi. Il movimento ha affermato di essere disponibile a un’intesa in cui tutti i prigionieri detenuti da Israele vengano rilasciati in cambio di un numero concordato di prigionieri palestinesi attualmente nelle carceri israeliane. Questo accordo prevede anche il ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza, l’apertura dei valichi per consentire l’ingresso di beni e necessità per la popolazione, e l’avvio di un processo di ricostruzione.

Hamas ha inoltre espresso la propria disponibilità a formare un governo nazionale indipendente, composto da tecnocrati, per gestire gli affari della Striscia e assumere la responsabilità in tutti i settori. Il movimento ha fatto sapere di attendere una risposta da parte di Israele riguardo alla proposta inviata dai mediatori il 18 agosto scorso, proposta che è stata accettata da Hamas e dalle fazioni palestinesi.

Netanyahu critica l’annuncio di Hamas

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha risposto con scetticismo all’annuncio di Hamas, definendolo un “ennesimo trucco mediatico” privo di novità. Netanyahu ha affermato che la guerra potrebbe concludersi immediatamente, ma solo a condizione che vengano rispettate le richieste del Gabinetto di Sicurezza israeliano. Queste includono il rilascio di tutti gli ostaggi, il disarmo di Hamas, la smilitarizzazione della Striscia e il mantenimento di un controllo di sicurezza israeliano nella regione. Inoltre, Netanyahu ha sottolineato la necessità di stabilire un’amministrazione civile alternativa che non rappresenti una minaccia per Israele.

Netanyahu respinge la richiesta di visita di Macron

Il primo ministro israeliano ha anche rifiutato la richiesta del presidente francese Emmanuel Macron di visitare Israele, come riportato dall’emittente pubblica di Tel Aviv, Kan. La Francia aveva annunciato il riconoscimento di uno Stato palestinese durante l’Assemblea dell’ONU a settembre. Netanyahu ha condizionato la visita di Macron al ritiro di questa iniziativa, richiesta che il presidente francese ha respinto, secondo quanto riferito dai media.

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