L’esercito israeliano ha intensificato la sua presenza a Gaza, con soldati e carri armati che hanno raggiunto il quartiere di Sheikh Radwan, uno dei più popolati della città . La notizia è stata riportata da Reuters il 12 marzo 2025. Negli ultimi giorni, le forze israeliane hanno avanzato lungo la periferia di Gaza City, avvicinandosi al centro della città nonostante le richieste internazionali di fermare l’offensiva. I residenti di Gaza City hanno comunicato a Reuters che l’esercito ha distrutto abitazioni e accampamenti di fortuna che ospitavano palestinesi sfollati a causa del conflitto in corso.
Terreno dichiarato ‘terra statale’ in Cisgiordania
Il 12 marzo 2025, l’Amministrazione civile del ministero della Difesa israeliano ha dichiarato 456 dunam (circa 45 ettari) di territorio adiacente all’avamposto illegale di Havat Gilad, situato nel nord della Cisgiordania, come ‘terra statale’. Questa decisione implica che il terreno sarà utilizzato per lo sviluppo di nuovi insediamenti e infrastrutture. In precedenza, queste terre rientravano nelle amministrazioni dei villaggi palestinesi di Jit, Tell e Fara’ata, sebbene non siano considerate proprietà privata. Chiunque desideri rivendicare la proprietà di queste terre avrà a disposizione un termine di 45 giorni per presentare ricorso.
Intercettazione di missili lanciati dallo Yemen
Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno annunciato il 12 marzo 2025 l’intercettazione di un missile balistico lanciato dagli Houthi dal territorio dello Yemen. Questo evento ha attivato le sirene a Tel Aviv e in diverse altre aree centrali del Paese, segnando la prima volta dopo l’attacco a Sanaa che ha portato alla morte del premier degli Houthi e di vari ministri. Negli ultimi giorni, missili e droni provenienti dallo Yemen sono stati intercettati prima di raggiungere il territorio israeliano. In seguito al lancio del missile, le operazioni di atterraggio e decollo all’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv sono state temporaneamente sospese. Un volo della Wizz Air ungherese in arrivo da Budapest ha subito ritardi, ma il servizio ambulanze Magen David Adom ha comunicato che non ci sono stati feriti o vittime.
Eliminazione di un leader della Jihad islamica palestinese
Il 12 marzo 2025, l’IDF e il servizio di sicurezza interno Shin Bet hanno confermato l’eliminazione di Sabach Salim Sabach Daia, leader della Jihad islamica palestinese a Gaza. Daia era accusato di essere responsabile del sequestro di Shiri, Ariel e Kfir Bibas, successivamente uccisi nella Striscia. Nominato di recente alla guida del gruppo, Daia aveva sostituito tre predecessori eliminati in attacchi precedenti dell’IDF. Secondo le autorità israeliane, il leader aveva un ruolo attivo nel reclutamento di terroristi in Cisgiordania e Israele, contribuendo all’organizzazione di attacchi. Anche se non ha partecipato alla pianificazione dell’offensiva di Hamas, ha sfruttato le linee di attacco fornite dal movimento islamista.
Proteste per la liberazione degli ostaggi
La “Giornata di disordini” indetta per chiedere la liberazione degli ostaggi e la cessazione immediata della guerra è iniziata la mattina del 12 marzo 2025. I manifestanti hanno dato fuoco a diversi cassonetti intorno alla residenza del premier Benyamin Netanyahu a Gerusalemme, creando un “anello di fuoco” attorno al luogo. Le leader della protesta, Anat Engerst e Vicky Cohen, madri di ostaggi, hanno guidato le manifestazioni che sono iniziate spontaneamente alle 6:30 (ora locale) e sono state programmate per proseguire alla Knesset a mezzogiorno.
La polizia di Gerusalemme ha riferito di incendi di cassonetti e pneumatici nei quartieri di Rehavia e Givat Ram, causando danni a diverse auto. Gli edifici circostanti sono stati evacuati, ma fortunatamente non ci sono stati feriti. Le squadre dei vigili del fuoco hanno spento gli incendi. In altre zone della città , decine di manifestanti, inclusi membri del gruppo “Fratelli e Sorelle in Armi“, si sono radunati davanti all’abitazione del ministro Ron Dermer, accusandolo di non aver ottenuto il ritorno di alcun ostaggio. I manifestanti hanno descritto i colloqui come un “fallimento totale” e hanno criticato il governo per aver ceduto alle pressioni dell’estrema destra. Nel frattempo, alcune persone si sono barricate nell’edificio della Biblioteca Nazionale di Gerusalemme, dove la polizia sta negoziando per farle scendere. La protesta si sta espandendo anche nella zona della Knesset.