Medio Oriente: abbattuto un missile Houthi mentre manifestanti contestano Netanyahu

Marianna Perrone

Settembre 3, 2025

Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno comunicato che le loro difese aeree hanno intercettato un missile balistico lanciato dai miliziani Houthi dal territorio dello Yemen, diretto verso Israele. Questo evento segna la prima attivazione delle sirene a Tel Aviv e in altre regioni centrali del Paese dopo l’attacco dell’esercito israeliano a Sanaa, che ha causato la morte del premier Houthi e di diversi membri del governo.

Negli ultimi giorni, diversi missili e droni provenienti dallo Yemen sono stati neutralizzati prima di raggiungere il suolo israeliano. La situazione ha portato alla sospensione temporanea delle operazioni di atterraggio e decollo presso l’aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv. Un volo della compagnia Wizz Air, in arrivo da Budapest, ha subito ritardi a causa di queste misure di sicurezza. Fortunatamente, dopo l’intercettazione del missile, il servizio ambulanze Magen David Adom ha confermato che non ci sono stati feriti né vittime.

Eliminazione del leader jihadista

In un altro sviluppo significativo, l’IDF insieme al servizio di sicurezza Shin Bet ha reso noto di aver eliminato Sabach Salim Sabach Daia, il leader della Jihad islamica palestinese a Gaza. Daia era considerato responsabile del sequestro di Shiri, Ariel e Kfir Bibas, che sono stati successivamente uccisi dai terroristi. Recentemente nominato alla guida del gruppo, Daia aveva sostituito tre predecessori eliminati in operazioni dell’IDF negli ultimi mesi. Le autorità israeliane lo accusano di avere un ruolo diretto nel reclutamento di terroristi in Cisgiordania e Israele, oltre a promuovere e realizzare attentati. I membri della Jihad islamica hanno avuto una parte attiva nel massacro del 7 ottobre, partecipando a omicidi e rapimenti. Anche se non hanno pianificato l’offensiva di Hamas, hanno utilizzato le linee di attacco fornite dal movimento islamista.

Proteste a Gerusalemme

Questa mattina ha avuto inizio la ‘Giornata di disordini’, una manifestazione organizzata per chiedere la liberazione degli ostaggi e la fine immediata del conflitto. I manifestanti hanno incendiato diversi cassonetti intorno alla residenza del primo ministro Benyamin Netanyahu a Gerusalemme, creando un ‘anello di fuoco’ attorno al luogo. Uno degli incendi è stato appiccato a soli 100 metri dalla residenza ufficiale. Le figure di spicco della protesta includono Anat Engerst, madre del rapito Matan, e Vicky Cohen, madre di Nimrod. Sebbene le manifestazioni siano iniziate spontaneamente alle 6:30 (ora locale), erano previste attività anche alla Knesset a mezzogiorno.

La polizia di Gerusalemme ha riferito che i cassonetti e i pneumatici sono stati incendiati, causando danni a diversi veicoli nei quartieri di Rehavia e Givat Ram, aree vicine alla residenza del premier. Residenti degli edifici circostanti sono stati evacuati, ma fortunatamente non ci sono stati feriti. Le squadre dei vigili del fuoco hanno lavorato per domare gli incendi. In altre zone di Gerusalemme, decine di manifestanti, tra cui membri del gruppo ‘Fratelli e Sorelle in Armi’, si sono riuniti davanti all’abitazione del ministro Ron Dermer, accusandolo di non essere riuscito a ottenere il ritorno di alcun ostaggio da quando ha assunto il ruolo di principale negoziatore di Israele. I manifestanti hanno descritto la situazione come un ‘fallimento totale‘ dei colloqui e hanno accusato il governo di cedere alle pressioni dell’estrema destra, ostacolando una proposta di tregua accettata da Hamas. Nel frattempo, alcuni manifestanti si sono rifugiati nell’edificio della Biblioteca Nazionale di Gerusalemme, salendo sul tetto, mentre la polizia sta cercando di negoziare per farli scendere.

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