Il giudice della Corte Suprema del Brasile, Alexandre de Moraes, ha espresso il profondo rammarico del Paese di fronte al tentativo di colpo di Stato che ha nuovamente minacciato le istituzioni democratiche. Durante la lettura della sua relazione finale nel processo contro l’ex presidente Jair Bolsonaro, il magistrato ha sottolineato come l’accusa sostiene che Bolsonaro abbia cospirato per ostacolare l’insediamento del suo successore, Luiz Inácio Lula da Silva, dopo la vittoria nelle elezioni del 2022. La pena per l’ex presidente potrebbe superare i 40 anni di reclusione.
De Moraes ha evidenziato la resilienza delle istituzioni, affermando che la stabilità del Paese dipende dal rispetto della Costituzione e dall’applicazione delle leggi. Ha avvertito che l’impunità non deve essere tollerata, poiché potrebbe incoraggiare futuri tentativi di colpo di Stato. Il presidente della Corte Suprema, LuÃs Roberto Barroso, ha descritto l’apertura del processo come una necessità istituzionale, sottolineando che è fondamentale chiudere un capitolo di tentativi di rottura della legalità che ha segnato la storia del Brasile, sin dall’instaurazione della Repubblica nel 1889 e fino al golpe militare del 1964.
Barroso ha anche evidenziato l’importanza del procedimento contro Bolsonaro e altri sette imputati, considerati parte di un’organizzazione criminale armata, per stabilire che non è accettabile tentare un colpo di Stato dopo aver perso le elezioni. La situazione politica rimane tesa, complicata dai procedimenti contro coloro che sono stati coinvolti negli attacchi del 8 gennaio 2023 ai palazzi del potere di Brasilia. Barroso ha notato che, dato il 49% dei voti ricevuti da Bolsonaro, è naturale che ci sia tensione rispetto all’operato della Corte Suprema.
Bolsonaro non parteciperà all’apertura del processo, prevista per il 2 settembre 2025, a causa di problemi di salute, come riportato dai suoi avvocati. L’ex presidente, attualmente agli arresti domiciliari, seguirà le udienze tramite televisione, come faranno gli altri sette coimputati, che comprendono ex ministri e generali. Solo l’ex ministro della Difesa, Paulo Sérgio Nogueira, ha confermato la sua presenza in aula. Il processo si prevede durerà fino al 12 settembre 2025, con cinque giornate di udienze davanti ai giudici della Corte Suprema.
Il contesto del processo
Il procedimento giudiziario rappresenta un momento cruciale per il futuro politico di Bolsonaro e della destra brasiliana. Questa vicenda segna la conclusione di due anni di tensioni politiche e potrebbe segnare un nuovo capitolo per il Paese. Gli analisti concordano sul fatto che una condanna per l’ex presidente sia lo scenario più probabile, il che potrebbe avere ripercussioni significative non solo in Brasile, ma anche a livello internazionale, in particolare nei rapporti con gli Stati Uniti, dove l’ex presidente Donald Trump ha avviato una guerra commerciale contro il Brasile.
A 70 anni, Bolsonaro affronta l’accusa di aver cospirato per mantenere un controllo autoritario e impedire l’insediamento di Lula. Le indagini hanno rivelato una serie di manovre coordinate, che includono piani estremi come l’assassinio di Lula e di De Moraes. Questo processo è visto come una prova per la democrazia brasiliana, mentre il blocco conservatore si mantiene unito nella difesa dell’ex presidente, nonostante ci siano voci che suggeriscono che molti stiano già guardando oltre, verso le elezioni presidenziali del 2026.
La tensione all’interno della destra è palpabile, con Carlos Bolsonaro, uno dei figli dell’ex presidente, che ha espresso preoccupazione sui social riguardo a chi potrebbe cercare di ereditare il capitale politico del padre. Tra i potenziali candidati emerge TarcÃsio de Freitas, governatore di San Paolo, ma le sue posizioni sulla guerra commerciale con gli Stati Uniti hanno suscitato critiche all’interno della famiglia Bolsonaro.
Brasilia sotto sorveglianza
Con l’avvicinarsi dell’apertura del processo, Brasilia è stata messa sotto un forte dispositivo di sicurezza. Le forze di polizia hanno intensificato la loro presenza attorno alla Piazza dei Tre Poteri, dove si trovano le sedi del parlamento, della presidenza e della Corte Suprema. Le barriere di contenimento sono state installate e il divieto di manifestazioni è in vigore per garantire la sicurezza durante il dibattimento storico. Le forze di polizia militare del Distretto Federale sono state rinforzate da agenti di altri stati, mentre droni sorvolano l’area per monitorare eventuali attività sospette.
Le autorità militari hanno collaborato con la segreteria di Pubblica Sicurezza per coordinare le misure di sicurezza nei prossimi giorni, temendo che i sostenitori di Bolsonaro possano tentare di radunarsi in prossimità delle caserme o dei palazzi del potere. Questo timore deriva dall’assalto dell’8 gennaio 2023, che ha segnato un momento critico nella storia recente del Brasile, evidenziando la fragilità delle istituzioni democratiche in un contesto di crescente polarizzazione politica.