Il processo che coinvolge l’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, sta per giungere a una svolta decisiva. Accusato di tentato colpo di Stato, il procedimento legale si avvia verso le sue fasi conclusive, e la sua sorte sarà presto rivelata. Questa situazione segna la conclusione di due anni di tensioni politiche e rappresenta un momento cruciale per il futuro della destra brasiliana, di cui Bolsonaro rimane comunque il punto di riferimento.
Evento giudiziario e sfide alla democrazia
L’evento giudiziario in corso costituisce una sfida significativa per la democrazia del Brasile, in un contesto internazionale complicato dalla guerra commerciale avviata dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Quest’ultimo ha cercato di ritagliarsi un ruolo di primo piano in questo delicato passaggio storico, imponendo dazi punitivi su Brasilia e denunciando una presunta persecuzione politica nei confronti di Bolsonaro, suo ex alleato. Gli analisti ritengono che una condanna sia lo scenario più probabile, e il governo di Lula ha manifestato preoccupazioni per possibili ritorsioni da parte degli Stati Uniti.
Pena e accuse contro Bolsonaro
A 70 anni, Bolsonaro affronta una pena potenziale di oltre 40 anni di carcere, accusato di aver tentato di instaurare un “controllo autoritario del potere” per ostacolare l’insediamento di Luiz Inácio Lula da Silva, vincitore delle elezioni del 2022. L’operazione, tuttavia, è fallita, in gran parte a causa della mancanza di supporto da parte delle forze armate. Gli inquirenti hanno presentato un quadro accusatorio che include una serie di azioni coordinate, tra cui manovre legali, l’uso della forza e persino un piano per assassinare Lula e il giudice della Corte Suprema, Alexandre de Moraes, attualmente accusatore di Bolsonaro e colpito dalle sanzioni americane della legge Magnitsky.
Prospettive per la destra brasiliana
Il processo rappresenta una prova cruciale per il futuro della destra brasiliana. Silas Malafaia, un influente pastore evangelico e consigliere di Bolsonaro, ha dichiarato che l’ex presidente è “già condannato”. Nonostante ciò, il blocco conservatore rimane unito nella difesa di Bolsonaro e nel tentativo di chiedere l’amnistia. Tuttavia, secondo i media locali, dietro le quinte molti attendono l’esito del processo per capire chi potrà ereditare l’ampia base elettorale in vista delle presidenziali del 2026. Anche nel caso di una possibile assoluzione o amnistia, Bolsonaro rimarrebbe ineleggibile fino al 2030 a causa di una condanna legata a accuse infondate contro il sistema di voto elettronico.
Tensione e rivalità politica
La tensione è palpabile. Carlos Bolsonaro, uno dei figli dell’ex presidente, ha accusato sui social i “topi” che aspirano a ereditare il capitale politico del padre. Tra i nomi in ascesa emerge TarcÃsio de Freitas, governatore di San Paolo, considerato un potenziale candidato alla presidenza. La sua cautela nei confronti della guerra commerciale con Washington gli ha attirato critiche da Eduardo Bolsonaro, altro figlio dell’ex capo di Stato, attualmente attivo negli Stati Uniti per spingere Trump a imporre sanzioni contro il Brasile. Questa misura, impopolare in patria, ha finito per rafforzare Lula, secondo ampi settori della destra.
Brasilia sotto sorveglianza
A poche ore dall’inizio del processo contro Jair Bolsonaro, la capitale federale del Brasile, Brasilia, si presenta fortemente blindata. Il dispositivo di sicurezza si concentra attorno alla Piazza dei Tre Poteri, sede del parlamento, della presidenza e della Corte Suprema, dove si svolgerà la fase cruciale di un dibattimento senza precedenti. Fin dalle prime ore del mattino, le forze di polizia presidiano la piazza, con barriere di contenimento installate e un divieto di manifestazioni in vigore.
Le forze dell’ordine del Distretto Federale e la Guardia Nazionale sono state rinforzate da agenti provenienti da altri stati, mentre un gruppo di agenti di polizia giudiziaria è pronto a intervenire all’interno della Corte. Droni dotati di visione notturna sorvolano l’area centrale, e l’Esercito ha annunciato una politica di “tolleranza zero” per eventuali atti di protesta nelle vicinanze del quartier generale, situato a sei chilometri dal centro. Le autorità militari hanno collaborato con la segreteria di Pubblica Sicurezza del Distretto Federale per coordinare le misure nei giorni a venire.
Il timore è che i sostenitori di Bolsonaro possano radunarsi davanti a caserme o palazzi del potere, come avvenuto prima dell’assalto del 8 gennaio 2023, considerato l’epilogo del presunto tentativo di golpe per ostacolare l’insediamento di Lula. La situazione rimane tesa, con le autorità in allerta per garantire la sicurezza durante questo momento critico per la politica brasiliana.