Il governo israeliano informa gli Stati Uniti: “Stiamo preparando la sovranità sulla Cisgiordania”

Marianna Perrone

Settembre 1, 2025

L’agenzia delle Nazioni Unite ha reso noto che nella giornata del 1° settembre 2025, i ribelli Houthi hanno arrestato almeno 11 dei loro operatori a Sana’a e Hodeida, due città yemenite sotto il controllo di questi insorti sostenuti dall’Iran. Hans Grundberg, l’inviato dell’Onu per lo Yemen, ha confermato l’accaduto attraverso un comunicato ufficiale, esprimendo profonda preoccupazione per questa escalation di violenza.

Arresti arbitrari e irruzioni

Nel comunicato, Grundberg ha dichiarato che “almeno 11 membri dello staff delle Nazioni Unite sono stati arrestati”. L’Onu ha condannato fermamente questa nuova ondata di arresti, definendoli arbitrari e ingiustificati. I ribelli Houthi, conosciuti ufficialmente come Ansar Allah, sono accusati non solo di aver arrestato il personale dell’Onu, ma anche di aver effettuato irruzioni nei locali delle Nazioni Unite, sequestrando beni e attrezzature.

La situazione in Yemen continua a deteriorarsi, con le Nazioni Unite che avvertono che il conflitto ha già causato una delle crisi umanitarie più gravi al mondo. Gli arresti di oggi si inseriscono in un contesto di crescente tensione e violenza, che ha visto un aumento delle operazioni militari e delle violazioni dei diritti umani. L’Onu ha chiesto il rilascio immediato di tutti i membri del proprio personale detenuti e ha sollecitato una fine alle ostilità, sottolineando l’importanza di garantire la sicurezza degli operatori umanitari.

Il contesto del conflitto in Yemen

Il conflitto in Yemen, iniziato nel 2014, ha visto contrapporsi le forze governative, sostenute da una coalizione internazionale guidata dall’Arabia Saudita, e i ribelli Houthi, che controllano gran parte del paese, compresa la capitale Sana’a. La guerra ha causato migliaia di morti e ha portato a una crisi umanitaria senza precedenti, con milioni di yemeniti che necessitano di assistenza umanitaria urgente.

La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per la situazione, ma gli sforzi per raggiungere una pace duratura sono stati ostacolati da una serie di fattori, tra cui la mancanza di fiducia tra le parti in conflitto e l’interferenza di attori regionali. Gli arresti di oggi rappresentano un ulteriore ostacolo agli sforzi di mediazione e alla protezione dei diritti umani nel paese.

La speranza di una risoluzione pacifica del conflitto rimane fragile, mentre le Nazioni Unite continuano a lavorare per garantire l’accesso umanitario e per proteggere i propri operatori sul campo.

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