Hamas respinge le proposte statunitensi: ‘Gaza non è in vendita’

Marianna Perrone

Settembre 1, 2025

Bassem Naim, esponente di spicco dell’ufficio politico di Hamas, ha rilasciato dichiarazioni forti riguardo al piano postbellico degli Stati Uniti, recentemente diffuso dal Washington Post. Naim ha sottolineato che “Gaza non è in vendita”, evidenziando il suo rifiuto nei confronti di un progetto che prevede lo sfollamento della popolazione palestinese e il controllo americano sul territorio. Secondo quanto riportato, il piano mira a trasformare la Striscia di Gaza in un resort di lusso e in un centro tecnologico avanzato.

Reazione a un piano controverso

Il 1° settembre 2025, a Roma, Naim ha dichiarato che la Striscia di Gaza è “parte integrante della grande patria palestinese“. Queste parole riflettono la posizione di Hamas e del popolo palestinese, che si oppongono fermamente a qualsiasi iniziativa che possa compromettere la sovranità e l’identità del loro territorio. Il piano proposto dagli Stati Uniti, secondo Naim, non solo minaccia il diritto dei palestinesi a vivere nella loro terra, ma rappresenta anche un tentativo di colonizzazione moderna, mascherato da sviluppo economico.

Il contesto del piano

Il progetto statunitense, come descritto nel Washington Post, prevede un ampio rinnovamento della Striscia di Gaza, con l’intento di attrarre investimenti e trasformare la regione in un hub tecnologico. Tuttavia, la proposta è stata accolta con scetticismo e indignazione da parte di molti palestinesi, che vedono in essa un tentativo di sfruttamento delle risorse locali e un ulteriore passo verso la marginalizzazione della loro esistenza. La posizione di Hamas, rappresentata da Naim, è chiara: non si accetterà alcuna forma di sottomissione o compromesso sulla questione della terra.

Le implicazioni per il futuro

La reazione di Naim e di Hamas potrebbe avere ripercussioni significative sulle relazioni tra gli Stati Uniti e il movimento palestinese. La resistenza al piano americano non solo rafforza la determinazione di Hamas, ma potrebbe anche influenzare le dinamiche politiche nella regione e le future negoziazioni di pace. Le affermazioni di Naim indicano una chiara volontà di difendere i diritti dei palestinesi e di mantenere viva la loro identità culturale e nazionale.

La situazione rimane tesa e la comunità internazionale osserva con attenzione gli sviluppi futuri, mentre il conflitto israelo-palestinese continua a rappresentare una delle questioni più complesse e delicate del panorama geopolitico contemporaneo.

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