Con una grande affissione situata davanti ai Musei Vaticani, a Roma, l’associazione Luca Coscioni ha lanciato una nuova fase della campagna “Pma per tutte”. L’iniziativa mira a combattere le discriminazioni presenti nella legge 40 del 2004, con l’intento di garantire un accesso equo alla procreazione medicalmente assistita (Pma) per donne singole e coppie dello stesso sesso. Attualmente, l’associazione è impegnata anche nella raccolta di firme per una petizione da presentare al Parlamento.
L’affissione e il messaggio
L’affissione, che rimarrà visibile fino al 18 settembre 2025 in Piazza Risorgimento, presenta il volto di Maria Giulia, una donna romana di 31 anni, nata nel 1994 da una madre single che ha potuto accedere alla Pma in Italia. Accanto alla sua immagine si legge la provocatoria frase “davvero ora non potrei nascere?”. Gli organizzatori della campagna sottolineano che, con l’attuale normativa, tale opportunità sarebbe negata a Maria Giulia.
Il caso di Evita e la Corte Costituzionale
Nell’ambito del gruppo “Pma per tutte”, Maria Giulia è affiancata da Evita, una 40enne di Torino che ha subito un diniego alla Pma in Toscana. Il suo caso è giunto fino alla Corte Costituzionale, la quale ha stabilito che il legislatore ha la facoltà di estendere l’accesso alla Pma anche a famiglie monoparentali. L’associazione punta a portare la questione all’attenzione del Parlamento, raccogliendo firme per modificare l’articolo 5 della legge sulla fecondazione assistita.
Le sfide e le responsabilitÃ
Dal 2004, diversi divieti previsti dalla legge 40 sono stati annullati grazie all’intervento dei tribunali, ma persiste il divieto per le donne singole e per le coppie dello stesso sesso di accedere alla Pma. Filomena Gallo e Francesca Re, rispettivamente segretaria e consigliera generale dell’associazione, affermano che ogni anno migliaia di persone sono costrette a cercare cure all’estero per realizzare il proprio sogno di genitorialità . La responsabilità di rimuovere questo ostacolo ricade ora sul legislatore, affinché venga garantito un accesso paritario alla pratica, come già richiesto dal Parlamento europeo e dal Comitato Onu per i diritti sociali. Il 18 settembre, l’associazione Coscioni presenterà in Senato le firme raccolte a sostegno della petizione.