Israele elimina leader iraniani grazie a intercettazioni dei cellulari dei bodyguard

Egidio Luigi

Agosto 31, 2025

Un’inchiesta condotta dal New York Times ha messo in luce un aspetto sorprendente riguardo all’operazione di Israele contro i leader iraniani, avvenuta nel mese di giugno 2025. Secondo quanto riportato, l’azione che ha portato all’eliminazione di figure chiave del regime degli ayatollah è stata facilitata involontariamente dai bodyguard stessi delle vittime.

Misure di sicurezza adottate dall’iran

Per contrastare le minacce di spionaggio e attentati da parte di Israele, l’Iran aveva attuato due misure di sicurezza: evitare di utilizzare i telefoni cellulari e aumentare il numero di guardie del corpo. La prima strategia si è rivelata efficace, mentre la seconda ha fornito un’importante opportunità al Mossad. Infatti, gli agenti israeliani hanno scoperto che, a differenza dei leader che avrebbero dovuto proteggere, le guardie e gli autisti continuavano a utilizzare i cellulari, postando anche sui social media.

Localizzazione dei leader protetti

Grazie a queste informazioni, i servizi segreti israeliani sono riusciti a localizzare i luoghi di incontro dei leader protetti. Durante il primo giorno del conflitto con il regime iraniano, il Mossad ha comunicato all’IDF (Forze di Difesa Israeliane) dettagli cruciali per l’eliminazione di numerosi obiettivi in un’unica operazione. Tuttavia, i servizi di sicurezza iraniani hanno impiegato più tempo del previsto per rendersi conto del rischio rappresentato dall’uso dei telefoni da parte delle guardie del corpo.

Tentativo di decapitare la leadership di teheran

Il 16 giugno, quarto giorno dell’offensiva, Israele ha sfiorato la possibilità di “decapitare” l’intera leadership di Teheran. Questo tentativo ha avuto luogo durante una riunione del Supremo Consiglio Nazionale di Sicurezza, che si stava svolgendo in un bunker situato a trenta metri sotto una montagna. Tra coloro che sono riusciti a sopravvivere all’attacco c’era il presidente della Repubblica Islamica, Masoud Pezeshkian, che ha affrontato la situazione tra le macerie del bunker.

Conseguenze degli errori di comunicazione

Questa vicenda evidenzia come errori di comunicazione e l’uso inappropriato della tecnologia possano avere conseguenze devastanti in contesti di alta sicurezza, rivelando le vulnerabilità anche nei sistemi di protezione più rigorosi.

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