A Gaza City, il conflitto tra Israele e Hamas ha raggiunto un nuovo picco, con le forze israeliane che hanno dichiarato la città “zona di guerra”. Il 31 agosto 2025, l’esercito israeliano ha intensificato le operazioni militari, portando a un tragico bilancio di almeno 63 palestinesi uccisi dall’alba, tra cui 35 nella città e 14 mentre attendevano aiuti umanitari. Questa escalation è avvenuta in un contesto di crescente tensione, con quasi un milione di palestinesi costretti a spostarsi verso sud, dove, secondo fonti di sicurezza israeliane, le infrastrutture umanitarie sono pronte ad accoglierli.
La situazione è ulteriormente complicata dalla dichiarazione dell’attivista Einav Zangauker, madre di Matan Zangauker, ostaggio di Hamas. Zangauker ha avvertito il primo ministro Benjamin Netanyahu che lo riterrà responsabile se suo figlio dovesse morire a Gaza, promettendo di cercare di farlo accusare di omicidio. Nel frattempo, l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha revocato i visti ai rappresentanti dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) alla vigilia della prossima assemblea delle Nazioni Unite.
Operazioni militari a Gaza City
Le forze di Difesa israeliane (Idf) hanno attuato un’operazione militare a Gaza City, intensificando gli attacchi con l’obiettivo di neutralizzare le minacce provenienti da Hamas. La città , già gravemente danneggiata dalla guerra, è ora al centro di un conflitto che ha visto un aumento esponenziale della violenza. Le operazioni militari hanno portato a un numero elevato di vittime civili, suscitando preoccupazioni a livello internazionale riguardo alla sicurezza della popolazione palestinese.
Le notizie riportano che le infrastrutture umanitarie nel sud di Gaza sono state preparate per accogliere i profughi, ma la situazione rimane critica. La fuga di quasi un milione di palestinesi verso sud ha generato un ulteriore carico sulle già precarie condizioni di vita. Le organizzazioni umanitarie stanno cercando di intervenire, ma la sicurezza e l’accesso alle aree colpite rimangono problematici.
Il recupero dei corpi e le dichiarazioni ufficiali
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato il recupero del corpo di Idan Shtivi, un giovane di 28 anni ucciso durante l’attacco di Hamas al festival musicale Nova il 7 ottobre 2023. L’operazione, condotta da Idf e Shin Bet, ha portato anche al recupero dei corpi di altri ostaggi, tra cui Ilan Weiss, la cui identità era stata confermata solo recentemente. Shtivi, descritto come un amante della natura e della fotografia, stava studiando sostenibilità presso la Reichman University di Herzliya.
La conferma della morte di Shtivi ha colpito profondamente la comunità , evidenziando le conseguenze devastanti del conflitto. Le famiglie degli ostaggi continuano a lanciare appelli al governo israeliano affinché intensifichi gli sforzi per riportare a casa i loro cari. Le operazioni di recupero dei corpi sono un aspetto delicato e complesso, che richiede una pianificazione accurata e la massima attenzione alla sicurezza.
Le tensioni rimangono elevate, con la comunità internazionale che osserva da vicino gli sviluppi, mentre le speranze di una risoluzione pacifica sembrano ancora lontane.