Ministro degli Esteri israeliano: “Nessun piano per uno Stato palestinese” | Famiglie degli ostaggi: “Manifestazione il 3 settembre davanti a Netanyahu”

Marianna Perrone

Agosto 28, 2025

Giovedì 28 agosto 2025, la situazione in Medioriente continua a essere critica, con eventi che si susseguono e coinvolgono diverse aree e attori. Le famiglie degli ostaggi israeliani hanno programmato una manifestazione per il 3 settembre davanti alla residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme, richiedendo un accordo per il rilascio delle persone detenute a Gaza. Questa iniziativa è stata riportata dal quotidiano Haaretz. Nel frattempo, il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, ha dichiarato che non ci saranno piani per la creazione di uno Stato palestinese, esprimendo la sua posizione durante un incontro con il segretario di Stato Marco Rubio a Washington.

Attacchi in Libano e Gaza

Un raid aereo israeliano ha provocato un’esplosione nei pressi di un asilo in Libano, costringendo i bambini a fuggire in preda al panico. Questo attacco si inserisce in un contesto di violenze in corso, con la città di Gaza che ha visto un incremento delle perdite umane: almeno 37 persone sono morte da mercoledì mattina, mentre altri dieci decessi sono stati attribuiti a fame e stenti nelle ultime 24 ore. L’esercito israeliano ha giustificato un attacco all’ospedale Nasser di Khan Younis, sostenendo di aver colpito una telecamera che presumibilmente era stata installata da Hamas per monitorare i movimenti dei combattenti.

Le autorità religiose, sia cattoliche che ortodosse, hanno dichiarato che non abbandoneranno Gaza. In una nota congiunta, il cardinale Pizzaballa e il patriarca Teofilo hanno affermato: “Il clero e le suore rimarranno e continueranno a prendersi cura di tutti coloro che saranno nei complessi. Andarsene sarebbe una condanna a morte”. Queste dichiarazioni evidenziano la determinazione di mantenere la presenza religiosa e umanitaria in una situazione sempre più difficile.

Proteste a Tel Aviv

Nella giornata di ieri, migliaia di manifestanti si sono radunati a Tel Aviv per chiedere un accordo sul rilascio degli ostaggi e una tregua a Gaza. La folla ha espresso il proprio desiderio di pace e ha chiesto al governo di rivedere le proprie strategie. Le richieste di una soluzione pacifica si intensificano in un clima di crescente tensione e preoccupazione per il futuro della regione.

Il vicepremier Antonio Tajani ha commentato la situazione, affermando che Israele ha superato la “linea rossa” della reazione legittima e ha esortato a fermare le ostilità. Le sue parole riflettono un crescente timore per l’escalation del conflitto e l’impatto che potrebbe avere sulla popolazione civile, già duramente colpita dalle conseguenze della guerra.

Il conflitto in Medioriente, giunto al giorno 692, continua a generare tensioni e a mettere in discussione la stabilità della regione, mentre le speranze di un accordo duraturo sembrano sempre più lontane.

×