Espulsione dell’esperta Cia di Russia dopo il vertice con Putin e Trump

Marianna Perrone

Agosto 28, 2025

Quattro giorni dopo il vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin, un’importante figura della CIA, esperta di questioni russe, ha subito un’improvvisa destituzione. L’agenzia di stampa Washington Post ha riportato la notizia, mantenendo l’anonimato dell’agente per motivi di sicurezza. Dopo quasi tre decenni di servizio, la carriera di questa professionista si è interrotta bruscamente, mentre attendeva una promozione in Europa, già approvata dal direttore della CIA, John Ratcliff.

Strategie politiche e intelligence

La rimozione dell’agente rientrerebbe in una strategia orchestrata da Tulsi Gabbard e Donald Trump, volta a eliminare figure della sicurezza nazionale ritenute coinvolte nella “politicizzazione dell’intelligence”, un processo che avrebbe favorito programmi personali e di parte. Questo è quanto dichiarato dalla direttrice dell’intelligence su X, il 19 agosto, in un annuncio che comunicava la revoca delle autorizzazioni per la sicurezza a 37 persone, su ordine del presidente.

Preoccupazioni nel settore

L’azione ha suscitato preoccupazioni tra gli esperti del settore, che vedono in questo gesto un tentativo di consolidare il potere politico all’interno delle agenzie di intelligence. La decisione di rimuovere figure chiave, come quella dell’agente esperta in Russia, potrebbe avere ripercussioni significative sulla capacità della CIA di operare in un contesto geopolitico complesso e in continua evoluzione.

Tensioni e futuro della politica estera

L’epilogo di questa vicenda evidenzia le tensioni tra le istituzioni di intelligence e la leadership politica, sollevando interrogativi sulla direzione futura della politica estera degli Stati Uniti. La situazione si sviluppa in un clima di crescente sfiducia nei confronti delle agenzie di sicurezza, con effetti che potrebbero influenzare la stabilità internazionale e la sicurezza nazionale.

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