Ben Gvir propone di vietare le manifestazioni pubbliche nelle strade

Egidio Luigi

Agosto 28, 2025

Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano, Itamar Ben Gvir, ha avviato un’iniziativa per ottenere l’approvazione del procuratore generale Gali Baharav-Miara riguardo a un documento programmatico che mira a vietare le manifestazioni che attualmente bloccano le principali arterie del Paese. Questa misura, secondo quanto riportato dai media israeliani, è rivolta a fermare le proteste frequenti che chiedono la liberazione degli ostaggi, le quali da mesi ostacolano il traffico su autostrade e strade principali, comprese quelle che conducono a ospedali, città isolate, vie di emergenza e all’aeroporto Ben-Gurion.

Il divieto delle manifestazioni

La proposta di Ben Gvir prevede che i manifestanti debbano richiedere un’autorizzazione da parte delle forze di polizia per poter svolgere le loro manifestazioni all’interno delle città. Questo provvedimento si inserisce in un contesto di crescente tensione sociale, in cui le manifestazioni a favore della liberazione degli ostaggi hanno assunto un carattere quasi quotidiano, causando disagi significativi per i cittadini e interrompendo i servizi essenziali.

Le strade bloccate dalle manifestazioni hanno creato difficoltà non solo per il traffico quotidiano, ma anche per i servizi di emergenza, che si trovano spesso a dover affrontare ostacoli imprevisti. Le autorità locali hanno espresso preoccupazione per la sicurezza pubblica e l’accesso ai servizi sanitari, sottolineando l’importanza di garantire un equilibrio tra il diritto di protestare e la necessità di mantenere l’ordine pubblico.

Il contesto delle proteste

Le manifestazioni a favore della liberazione degli ostaggi sono emerse come una risposta a eventi recenti che hanno colpito la società israeliana. Molti cittadini si sentono coinvolti emotivamente e vogliono far sentire la propria voce in un momento di grande incertezza. Tuttavia, la crescente intensità delle proteste ha spinto il governo a considerare misure più restrittive per gestire la situazione.

La decisione di Ben Gvir di cercare un divieto formale delle manifestazioni potrebbe segnare un punto di svolta nella gestione delle proteste in Israele, sollevando interrogativi sul bilanciamento tra la libertà di espressione e la necessità di mantenere l’ordine pubblico. Le reazioni a questa proposta sono già divise, con alcuni che sostengono la necessità di un intervento deciso da parte delle autorità e altri che avvertono dei rischi di una repressione eccessiva delle libertà civili.

Le conseguenze attese

Se il procuratore generale darà il via libera alla proposta, ci si aspetta che le manifestazioni subiscano un cambiamento significativo nel loro svolgimento. I manifestanti dovranno adattarsi a un nuovo quadro normativo, che potrebbe limitare le loro possibilità di esprimere dissenso in modo diretto e visibile. Questo potrebbe portare a un’evoluzione delle strategie di protesta, con una possibile maggiore enfasi su forme di attivismo alternative che non richiedano l’occupazione delle strade.

Le autorità israeliane si trovano quindi di fronte a una sfida complessa: garantire la sicurezza pubblica e al contempo rispettare i diritti dei cittadini di esprimere le proprie opinioni. La situazione rimane in evoluzione e si attende con interesse la risposta del procuratore generale e le eventuali reazioni della popolazione.

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