Ucraina: analisi delle “garanzie di sicurezza” e dei Paesi europei pronti a inviare truppe

Egidio Luigi

Agosto 27, 2025

L’Europa si trova attualmente a un bivio storico, riscoprendo le tensioni e le rivalità che credeva di aver superato. Negli ultimi ottant’anni, gli Stati europei hanno costruito una unione economica, ma le divisioni culturali e nazionali sono rimaste intatte. Oggi, queste fratture rappresentano un significativo ostacolo alla creazione di una difesa comune. A complicare ulteriormente la situazione è la crescente dipendenza dagli Stati Uniti, che, come evidenziato dal recente summit alla Casa Bianca, sembrano intenzionati a trasferire parte della responsabilità della sicurezza del continente sulle spalle europee. La guerra in Ucraina e il riavvicinamento tra Washington e Mosca hanno riacceso il dibattito sulle garanzie di sicurezza richieste da Kiev, generando tensioni tra i Paesi europei, alcuni dei quali si dichiarano pronti a inviare truppe, mentre altri si oppongono a un coinvolgimento diretto.

Le garanzie di sicurezza richieste dall’ucraina

Gli Stati Uniti, da un lato, cercano di dialogare con la Russia e di ridurre il loro impegno diretto, mentre gli Stati membri dell’Unione Europea non sembrano pronti a impegnarsi militarmente in Ucraina. Kiev, al centro di questa situazione, desidera assicurarsi il supporto occidentale anche in caso di un accordo con Mosca. Tuttavia, il sostegno che potrebbe arrivare si concentrerebbe principalmente su aspetti economici, finanziari e materiali, piuttosto che militari. Le operazioni di supporto potrebbero limitarsi a missioni di peacekeeping, simili a quelle delle Nazioni Unite. La Russia ha già definito inaccettabile una presenza europea in Ucraina, rendendo difficile qualsiasi intervento. Per garantire la propria sicurezza, Kiev auspica l’ingresso nella NATO, ma questa opzione appare impraticabile per i prossimi anni. Un’alternativa discussa è una forma di associazione con l’Unione Europea, con altri Stati, in particolare nei Balcani, in attesa di adesione.

Il futuro della sicurezza europea

È fondamentale sottolineare che ogni iniziativa potrà essere attuata solo dopo un accordo di pace. Un’opzione percorribile potrebbe consistere nella sorveglianza dello spazio aereo ucraino, con aerei europei dislocati in basi in Polonia o Romania, in cooperazione con gli Stati Uniti. Anche il Mar Nero potrebbe diventare un’area in cui le garanzie di sicurezza occidentali potrebbero limitare l’operato della flotta russa, assicurando il libero passaggio delle navi commerciali da porti come Odessa. Tuttavia, sul fronte terrestre, la situazione è complessa. L’Ucraina ha una vasta estensione e la linea del fronte si estende per oltre mille chilometri. La cosiddetta “coalizione dei volenterosi” non è in grado di raccogliere truppe sufficienti per proteggere questa linea di contatto, anche nel caso in cui Putin fosse disposto a un accordo.

I Paesi pronti a inviare soldati in ucraina

Il termine “coalizione dei volenterosi” è stato ampiamente utilizzato, ma è importante comprendere perché alcuni Paesi europei si siano definiti in questo modo. Nessuna nazione è realmente disposta a intervenire direttamente in un conflitto contro la Russia, nemmeno il Regno Unito, notoriamente critico nei confronti di Mosca. Gli Stati Uniti, inoltre, non permetterebbero un intervento diretto. Pertanto, si parla di “volenterosi”, ovvero di funzionari e militari che decidono di partecipare senza il coinvolgimento diretto dei rispettivi governi. Questa situazione ha accentuato il divario tra coloro che sono favorevoli all’intervento e quelli che preferiscono una posizione neutrale. I Paesi pronti a offrire supporto includono:

  • Francia
  • Estonia
  • Lettonia
  • Lituania
  • Belgio

Le motivazioni variano. Parigi è interessata a sfruttare eventuali spazi lasciati da Washington per riaffermare la propria influenza in Europa. I Paesi baltici, come la Polonia, vedono la Russia come una minaccia esistenziale, avendo vissuto sulla propria pelle le conseguenze dell’imperialismo russo. Il Belgio, infine, rappresenta un simbolo dell’Unione Europea e della retorica occidentale sui diritti e la democrazia.

I Paesi contrari a inviare truppe in ucraina

Al contrario, molti Stati europei non intendono inviare soldati in Ucraina. Oltre a Paesi considerati “filorussi”, come Ungheria e Slovacchia, la lista include:

  • Italia
  • Polonia
  • Germania
  • Spagna
  • Paesi Bassi

Questi Paesi presentano varie posizioni. L’Italia si trova in una situazione ambivalente, tra l’adesione alla strategia americana e la necessità di mantenere relazioni con la Russia. La Polonia, pur essendo un antagonista della Russia e investendo massicciamente nel proprio riarmo, è contraria a inviare risorse in Ucraina. La Germania ha rifiutato di inviare truppe, ma sta tentando di riprendere un ruolo di leadership nel continente attraverso una rapida riconversione industriale e il dispiegamento di piccoli contingenti in Lituania, un gesto simbolico per dimostrare il proprio impegno nella difesa della NATO.

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