Un ex nenonazista tedesco si dichiara trans per ottenere il trasferimento in carcere femminile

Marianna Perrone

Agosto 26, 2025

Il neonazista Sven Liebich, di 55 anni, ha recentemente attirato l’attenzione in Germania per aver cambiato legalmente sesso, adottando il nome di Marla-Svenja Liebich. Questo cambiamento avviene in un contesto di forte dibattito sulla legge tedesca riguardante l’autodeterminazione di genere. Liebich è noto per le sue posizioni omofobe e transfobe e, con una semplice autodichiarazione e il pagamento di 50 euro, ha ottenuto lo status di persona transgender. Il 29 agosto 2025, entrerà nel penitenziario femminile di Chemnitz per scontare una condanna di 18 mesi, a seguito di una serie di reati che includono l’incitamento all’odio. La sua scelta ha innescato una bufera politica in Germania.

La condanna di Liebich

Sven Liebich è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione senza condizionale per istigazione all’odio, diffamazione e ingiurie. La sentenza è stata emessa nel luglio 2023 dal tribunale di Halle, quando Liebich era ancora legalmente un uomo. I tentativi di ricorso in appello e di revisione della sentenza sono stati respinti, rendendo la condanna definitiva. La Procura di Halle ha stabilito che la pena dovesse essere scontata in Sassonia, in base al domicilio di Liebich.

In un post sul social X, Liebich ha annunciato che inizierà la sua detenzione il 29 agosto e ha offerto la sua disponibilità per interviste prima di entrare in carcere. Molti osservatori considerano questa mossa come una provocazione per criticare la riforma che ha semplificato le procedure per la modifica del sesso. Liebich ha sempre manifestato posizioni apertamente ostili nei confronti della comunità LGBTQ+.

La situazione di Liebich ha sollevato interrogativi sul funzionamento della legge sull’autodeterminazione di genere, che consente a chiunque di cambiare il proprio stato di genere con una semplice autodichiarazione. Questo ha portato a un acceso dibattito in Germania, con opinioni contrastanti sulla validità e le implicazioni di tale legge.

Il dibattito politico in Germania

La detenzione di Sven Liebich, che dal dicembre 2024 si fa chiamare Marla Svenja Liebich, ha scatenato un ampio dibattito politico. La legge sull’autodeterminazione, entrata in vigore il 1° novembre 2024, consente a uomini e donne di definire autonomamente la propria identità di genere una volta all’anno, previo pagamento di una tassa di elaborazione di circa 50 euro.

Partiti come la CDU e la CSU, che attualmente governano insieme all’SPD, hanno espresso la necessità di una revisione urgente della legge. Alexander Hoffmann, capogruppo della CSU, ha dichiarato che il caso Liebich rappresenta un esempio di come la legge possa essere abusata e ha chiesto modifiche per tutelare le persone vulnerabili.

Hoffmann ha sottolineato che, sebbene la protezione delle persone transgender sia importante, la legge attuale potrebbe aprire la porta a possibili abusi nel cambiamento di genere. Anche Günter Krings, vicepresidente del gruppo parlamentare dell’Unione, ha manifestato preoccupazioni simili, affermando che la legge rende troppo semplice il cambiamento di genere e favorisce possibili abusi.

Krings ha proposto che Liebich venga trasferito in un carcere maschile, sostenendo che l’assegnazione a un carcere femminile dovrebbe basarsi sul sesso biologico piuttosto che su quello legale. La decisione finale spetterà ai singoli Länder, poiché l’amministrazione penitenziaria è di competenza regionale.

Il deputato dell’Unione Christoph Ploss ha addirittura chiesto l’abolizione totale della legge, avvertendo che la possibilità di cambiare legalmente genere una volta all’anno mette a rischio gli spazi protetti per le donne. Ploss ha criticato anche la possibilità di intraprendere azioni legali contro i giornalisti che riportano abusi della legge, facendo riferimento alle cause intentate da Liebich contro chi lo definisce uomo. La sua posizione è chiara: la legge voluta dal governo “semaforo” deve essere abolita al più presto.

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