Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha intrapreso la sua prima visita ufficiale negli Stati Uniti dall’inizio del suo mandato, avvenuto lo scorso anno. Durante un incontro alla Conferenza dei presidenti delle principali organizzazioni ebraiche americane, tenutosi a New York, Sa’ar ha espresso forti critiche nei confronti dei governi occidentali, definiti “di sinistra”, accusandoli di tentare di “imporre” uno stato palestinese a Israele. Secondo il ministro, tale azione rappresenterebbe un “suicidio” per il Paese.
Le dichiarazioni di Gideon Sa’ar
Gideon Sa’ar ha sottolineato che stati come Francia, Gran Bretagna, Canada e Australia stanno cercando di forzare la creazione di uno stato palestinese, una mossa che, a suo avviso, non può essere tollerata. “Israele non può permetterlo. Per noi sarebbe un atto suicida”, ha dichiarato, evidenziando la preoccupazione per i piani recentemente annunciati da queste nazioni, i quali potrebbero portare a un riconoscimento unilaterale dello stato palestinese già a settembre.
Il contesto delle tensioni
La posizione di Sa’ar si inserisce in un contesto di crescente tensione tra Israele e le nazioni occidentali, che sembrano spingere per una soluzione diplomatica al conflitto israelo-palestinese. Il ministro ha accusato le capitali occidentali di cercare di creare un “slancio” a favore di questa iniziativa, che secondo lui non tiene conto delle reali esigenze di sicurezza e stabilità di Israele.
Un momento cruciale per le relazioni
La visita di Sa’ar negli Stati Uniti rappresenta un momento cruciale per le relazioni tra Israele e le potenze occidentali, in un periodo in cui il dibattito sulla questione palestinese è particolarmente acceso. La posizione di Israele, come illustrata dal ministro, riflette una forte opposizione a qualsiasi tentativo di forzare un accordo che non tenga conto delle sue preoccupazioni fondamentali.