Un esemplare di gruccione, conosciuto localmente come Marragau, è stato salvato dagli agenti della Forestale il 15 marzo 2025 in un terreno privato situato nelle campagne di Villanova Truschedu, precisamente in località Prochilis. Questo uccello migratorio, che beneficia di protezione secondo la Convenzione di Berna, si trovava in difficoltà: pur apparendo vigile, non era in grado di volare e correva il rischio di diventare preda.
Intervento della forestale
Dopo aver accertato l’assenza di nidi nelle vicinanze, gli agenti della Forestale hanno provveduto al recupero dell’animale, trasportandolo alla Clinica Veterinaria Due Mari di Oristano. Qui, il veterinario Paolo Briguglio ha riscontrato condizioni generali di debilitazione, probabilmente causate da denutrizione, ma ha escluso la presenza di lesioni alle ali.
Comportamento e nidificazione
Il gruccione arriva in Sardegna tra aprile e maggio per nidificare, per poi migrare verso l’Africa a fine estate. Questi uccelli nidificano in colonie numerose, scavando gallerie lungo sponde sabbiose o argillose, dove depongono da 5 a 8 uova. La Sardegna rappresenta uno dei siti di nidificazione più importanti d’Europa per questa specie, grazie alla varietà di ambienti naturali e alla presenza di ampi tratti di sponde ideali per lo scavo delle gallerie riproduttive. Durante l’estate, è comune osservare gruppi numerosi di gruccioni posati in fila su rami, fili elettrici o cavi dell’alta tensione, da cui si lanciano in spettacolari picchiate per catturare insetti in volo.
Relazione con l’apicoltura
Il gruccione è particolarmente noto per la sua predilezione verso insetti imenotteri, come api, vespe e calabroni, che riesce a neutralizzare con abilità prima di ingerirli. La coesistenza con le attività umane, in particolare con l’apicoltura, ha portato all’adozione di soluzioni di mitigazione da parte degli apicoltori locali. In Sardegna, molti apicoltori hanno implementato con successo sistemi di protezione passiva, come la copertura delle arnie con reti, per ridurre l’impatto dei predatori alati sugli alveari, senza arrecare danno alla specie.
Modello di gestione sostenibile
Questa forma di convivenza tra uomo e fauna selvatica rappresenta un modello positivo di gestione delle risorse naturali e di tutela della biodiversità, in linea con i principi della conservazione sostenibile.