Cinque giornalisti palestinesi sono tra le vittime del recente raid israeliano sull’ospedale Nasser, situato a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Questo attacco, avvenuto il 7 ottobre 2023, ha portato alla morte di diversi professionisti dell’informazione, tra cui il cameraman della Reuters Hossam al-Masri, il reporter della NBC Moaz Abu Taha, il fotoreporter di Al Jazeera Mohammed Salama, e Mariam Abu Daqa, che collaborava con diverse testate. Stando a quanto riportato da Sky News, il quinto giornalista ucciso è Ahmed Abu Aziz.
Hossam al-masri, il cameraman della reuters
Hossam al-Masri, cameraman a contratto per la Reuters, stava documentando l’attacco al momento della sua morte. La Reuters ha dichiarato che il video in diretta dall’ospedale, girato da al-Masri, si è interrotto bruscamente durante l’assalto, evidenziando la drammaticità del momento. Il suo lavoro rappresentava un importante strumento di informazione per il pubblico internazionale, portando alla luce le difficoltà vissute dalla popolazione locale.
Mariam abu daqa, giornalista e madre
Tra le vittime si distingue Mariam Abu Daqa, 33 anni, madre di un bambino di 12 anni, evacuato da Gaza all’inizio del conflitto. Collaboratrice di testate come l’Associated Press e l’Independent Arabic, Mariam ha continuato a documentare la guerra attraverso foto, video e interviste. Spesso operava dall’ospedale Nasser, dove raccontava le difficoltà quotidiane della popolazione, in particolare la crescente crisi alimentare.
Mohammed salama, fotoreporter di al jazeera
Mohammed Salama, fotoreporter di Al Jazeera, è stato confermato tra le vittime dell’attacco. La sua morte rappresenta una grave perdita per la rete, che ha sempre dato voce ai fatti e alle storie provenienti dalla Striscia di Gaza, contribuendo a informare il mondo sulle condizioni di vita in questa regione martoriata.
Moaz abu taha, reporter di nbc
Anche Moaz Abu Taha, reporter dell’emittente NBC, è stato ucciso durante il raid. La sua presenza sul campo era fondamentale per fornire notizie aggiornate e accurate sulla situazione in Gaza, un compito sempre più pericoloso per i giornalisti che operano in contesti di conflitto.
Ahmed abu aziz
Secondo Sky News, Ahmed Abu Aziz è stato identificato come il quinto giornalista ucciso nel raid. La sua morte sottolinea il pericolo crescente che affrontano i reporter in zone di guerra, dove il loro lavoro è essenziale per la diffusione delle informazioni.
La situazione dei giornalisti a gaza
La situazione per i giornalisti e gli operatori televisivi a Gaza sta raggiungendo livelli allarmanti, con un numero crescente di vittime. Questa guerra è considerata la più sanguinosa mai registrata per i professionisti del settore, superando i conflitti mondiali e le guerre in Corea, Vietnam e Afghanistan. Con i cinque giornalisti uccisi nel raid sull’ospedale di Khan Yunis, il numero totale di reporter morti nella Striscia dall’inizio dell’offensiva israeliana è salito ad almeno 245, secondo quanto riportato dal Sindacato dei giornalisti palestinesi. Ottobre 2023 è stato il mese più letale, con 37 vittime, come evidenziato dal Committee to Protect Journalists (CPJ).
I dati forniti da Reporters sans frontières (RSF) indicano che almeno 380 giornalisti sono stati feriti in modo grave o meno durante gli attacchi israeliani. Inoltre, 90 sedi di informazione sono state distrutte, 31 giornalisti palestinesi sono stati incarcerati e 35 casi di attacchi deliberati contro reporter sono stati registrati, mentre gli altri si considerano vittime collaterali.
Dal 2000 a oggi, secondo le statistiche dell’UNESCO, sono stati uccisi 1.683 giornalisti in tutto il mondo durante conflitti. Solo nel 2024, il CPJ ha registrato un reporter ucciso ogni tre giorni, evidenziando la crescente vulnerabilità di chi si occupa di informazione in contesti di guerra.