Vertice sull’Amazzonia: ratificata la ‘Dichiarazione di Bogotà’ per la tutela ambientale

Marianna Perrone

Agosto 23, 2025

Il vertice dell’Organizzazione del Trattato di Cooperazione Amazzonica (OTCA), tenutosi il 25 maggio 2025 a Bogotà, ha portato alla formulazione di una dichiarazione congiunta. In tale documento, i Paesi membri hanno espresso l’intenzione di avanzare congiuntamente verso una serie di proposte in vista della COP30, prevista per novembre a Belém, in Brasile.

La dichiarazione di Bogotà e i suoi impegni

La Dichiarazione di Bogotà contiene numerosi impegni significativi, tra cui la lotta coordinata contro la deforestazione. Tra gli altri punti salienti, viene prevista la creazione di un fondo dedicato alla salvaguardia dei boschi tropicali e l’implementazione di un meccanismo di dialogo permanente tra i Paesi membri. Un altro aspetto rilevante è la partecipazione attiva dei popoli indigeni nei processi decisionali, nonché l’istituzione di un centro di intelligence congiunto che avrà sede a Manaos, in Brasile. Queste misure rappresentano un passo importante per garantire una cooperazione più efficace nella gestione delle risorse amazzoniche e nella lotta contro il cambiamento climatico.

Le critiche delle associazioni ambientaliste

Tuttavia, il documento ha suscitato critiche da parte di diverse associazioni ambientaliste, in particolare per l’assenza di un riconoscimento dell’Amazzonia come “area libera dallo sfruttamento di idrocarburi“. Questo punto è stato oggetto di disaccordo tra alcuni membri, tra cui Ecuador, Perù e Venezuela, oltre al Brasile guidato da Luiz Inácio Lula da Silva, che ospiterà la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. Le ONG hanno espresso preoccupazione per la mancanza di un impegno chiaro su questo tema cruciale, ritenendo che tale omissione possa compromettere gli sforzi di conservazione della foresta pluviale.

Le accuse al presidente Lula

La coalizione di organizzazioni non governative per un’Amazzonia Libera da Combustibili Fossili ha rilasciato un comunicato in cui critica apertamente il presidente Lula. Secondo le ONG, Lula sta cercando di posizionarsi come leader nella lotta contro il cambiamento climatico, mentre allo stesso tempo sostiene l’espansione della frontiera petrolifera nell’Amazzonia brasiliana. Questa apparente contraddizione ha sollevato interrogativi sulla coerenza delle politiche ambientali del governo brasiliano e sulla sua reale volontà di proteggere uno degli ecosistemi più vitali del pianeta.

La situazione rimane complessa, con le aspettative per la COP30 che continuano a crescere, mentre il dibattito su come affrontare le sfide ambientali in Amazzonia si intensifica.

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