Salvini e Macron in conflitto, la Francia richiama l’ambasciatore | Lega: chiusura del caso se Parigi nega l’invio di truppe a Kiev

Marianna Perrone

Agosto 23, 2025

La Francia ha deciso di richiamare l’ambasciatrice italiana a Parigi, Emanuela D’Alessandro, in seguito ai commenti inaccettabili espressi da Matteo Salvini nei confronti di Emmanuel Macron. L’episodio è avvenuto il 21 novembre 2025, quando il leader della Lega ha invitato il presidente francese, in dialetto milanese, a “tacas al tram“, un’espressione che significa “attaccarsi al tram”, in riferimento al sostegno di Macron all’invio di truppe in Ucraina. La convocazione è stata effettuata presso il Quai d’Orsay, il ministero degli Esteri francese, e si è concretizzata poche ore dopo le dichiarazioni di Salvini. In risposta, la Lega ha dichiarato: “Se Macron smentisce di voler inviare soldati in Ucraina, il caso è chiuso”.

La polemica di Salvini con Macron

Matteo Salvini ha lanciato un appello provocatorio a Emmanuel Macron, esortandolo a recarsi personalmente in Ucraina. Durante un sopralluogo in via Bolla a Milano, il leader leghista ha dichiarato: “Ti metti il caschetto, il giubbetto, il fucile e vai in Ucraina”, commentando l’ipotesi della Francia di mandare truppe sul terreno. Salvini ha anche elogiato la politica di Donald Trump, affermando che, nonostante i suoi modi a volte bruschi, il presidente americano sta ottenendo risultati dove altri hanno fallito. Al contrario, ha criticato le “macronate”, riferendosi a proposte che prevedono “eserciti europei, riarmi europei e debiti comuni europei per acquistare missili”.

La lega: “Caso chiuso se Macron smentisce”

Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, ha commentato la situazione, affermando: “Se Macron smentisce la volontà di inviare soldati europei a combattere in Ucraina, il problema è chiuso”. Ha aggiunto che continuare a menzionare l’ombrello nucleare europeo e l’idea di eserciti e missili europei non giova alla situazione attuale. Romeo ha sottolineato l’importanza di favorire gli spiragli di pace e di permettere a chi desidera realmente la pace, come Trump, di lavorare senza ostacoli.

×