Le autorità israeliane hanno deciso di chiudere il valico di Kerem Shalom, bloccando l’ingresso di aiuti umanitari a Gaza dal 22 agosto 2025. Questa decisione arriva dopo un mese di apertura del passaggio, che aveva permesso il transito di importanti forniture verso la Striscia di Gaza. La chiusura è stata confermata da una fonte ufficiale della Mezzaluna Rossa egiziana, che ha reso noto anche il mantenimento della chiusura del valico di Rafah, sul lato palestinese.
Chiusura del valico di Kerem Shalom
Il valico di Kerem Shalom, che collega l’Egitto alla Striscia di Gaza, ha rappresentato per settimane un canale vitale per l’assistenza umanitaria. Tuttavia, le autorità israeliane hanno deciso di interrompere l’accesso a partire dal 22 agosto, come evidenziato da un comunicato della Mezzaluna Rossa egiziana. Questa decisione ha suscitato preoccupazioni tra le organizzazioni umanitarie, che temono un aggravamento della crisi umanitaria nella regione.
La fonte ha specificato che, oltre alla chiusura del valico di Kerem Shalom, le autorità israeliane hanno mantenuto una posizione rigida riguardo all’ingresso di aiuti umanitari. La chiusura del valico di Rafah, che rappresenta l’unico altro punto di accesso per gli aiuti, ha ulteriormente complicato la situazione, lasciando migliaia di persone in attesa di assistenza.
Impatto sulla situazione umanitaria a Gaza
La chiusura dei valichi di accesso ha un impatto diretto sulla già precaria situazione umanitaria a Gaza. Le organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite, hanno avvertito che la mancanza di aiuti potrebbe portare a una crisi sanitaria e alimentare senza precedenti. Gli ospedali e le strutture sanitarie, già sotto pressione, rischiano di non poter far fronte alle crescenti necessità della popolazione.
Negli ultimi mesi, la Striscia di Gaza ha visto un aumento delle necessità umanitarie a causa di conflitti e blocchi. La chiusura dei valichi rende difficile l’ingresso di beni essenziali come cibo, medicine e attrezzature mediche. Le organizzazioni umanitarie stanno cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi affinché intervengano per garantire l’accesso agli aiuti.
La situazione è ulteriormente complicata dalla chiusura del valico di Rafah, che ha storicamente rappresentato un punto di passaggio per persone e merci. Con entrambe le vie di accesso bloccate, le prospettive per la popolazione di Gaza appaiono sempre più fosche, con il rischio di un aggravamento delle già gravi condizioni di vita.
Reazioni e prospettive future
Le reazioni alla chiusura del valico di Kerem Shalom sono state immediate. Organizzazioni umanitarie e attivisti hanno espresso la loro indignazione e preoccupazione per le conseguenze che questa decisione avrà sulla popolazione di Gaza. La comunità internazionale, in particolare le Nazioni Unite, ha chiesto a Israele di rivedere la sua posizione e di consentire l’accesso agli aiuti umanitari.
Le prospettive future rimangono incerte. Senza un cambiamento nella politica di accesso agli aiuti, la crisi umanitaria a Gaza rischia di intensificarsi. Le autorità israeliane, da parte loro, giustificano le chiusure con motivi di sicurezza, rendendo difficile trovare un compromesso che possa garantire sia la sicurezza che il necessario supporto umanitario.
La situazione attuale richiede un’attenzione continua da parte della comunità internazionale per garantire che le persone vulnerabili ricevano l’assistenza di cui hanno bisogno. La chiusura dei valichi non solo influisce sulla distribuzione degli aiuti, ma rappresenta anche una sfida per la stabilità della regione nel suo complesso.