A Gaza si vive una carestia, 132mila bambini in pericolo secondo l’Onu

Marianna Perrone

Agosto 22, 2025

La situazione della fame a Gaza si manifesta in modo drammatico, con indicatori visibili come il nastro che si stringe attorno al braccio. Questo metodo, utilizzato per misurare la malnutrizione, rivela una realtà allarmante: più il nastro si stringe, maggiore è la gravità della condizione alimentare. Secondo il sistema di monitoraggio dell’IPC, classificazione integrata della sicurezza alimentare adottata dalle Nazioni Unite, circa 500 mila persone nella Striscia di Gaza, che rappresentano quasi un quarto della popolazione, stanno affrontando un serio rischio di denutrizione e morte. Tra queste, si stima che 132 mila siano bambini. Le Nazioni Unite accusano Israele di essere la causa principale di questa crisi umanitaria, sottolineando che la situazione è interamente frutto di azioni umane.

La gravità della malnutrizione a Gaza

Nel 2025, la malnutrizione a Gaza continua a rappresentare una delle sfide più gravi per la salute pubblica della regione. I dati raccolti dall’IPC evidenziano che una porzione significativa della popolazione vive in condizioni di insicurezza alimentare estrema. Le famiglie lottano quotidianamente per mettere insieme il cibo necessario per sopravvivere, e la situazione è ulteriormente aggravata dalle restrizioni economiche e dai conflitti in corso. Le conseguenze di questa crisi si riflettono non solo sulla salute fisica, ma anche sullo sviluppo psicologico e sociale dei bambini, che rappresentano il futuro della società gazana.

Le organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite, hanno lanciato diversi allarmi riguardo alla necessità di interventi immediati per affrontare questa crisi. Le condizioni di vita a Gaza, già compromesse da anni di conflitti, sono ulteriormente deteriorate dalla mancanza di accesso a risorse alimentari e sanitarie. La salute dei bambini è particolarmente vulnerabile, poiché la malnutrizione infantile può portare a conseguenze a lungo termine, compromettendo lo sviluppo fisico e cognitivo.

Le cause della crisi alimentare

Le Nazioni Unite attribuiscono gran parte della responsabilità della crisi alimentare a Israele, denunciando le politiche e le azioni che hanno portato a una situazione di isolamento e privazione per la popolazione di Gaza. Le restrizioni imposte al commercio e ai movimenti delle persone hanno reso difficile l’accesso a cibo e risorse fondamentali. Inoltre, le difficoltà economiche, accentuate da un blocco che dura da anni, hanno ridotto drasticamente le opportunità di lavoro e le fonti di reddito per le famiglie.

La mancanza di infrastrutture adeguate per la distribuzione di cibo e l’assenza di un sistema sanitario funzionante complicano ulteriormente la situazione. Le organizzazioni umanitarie fanno fatica a fornire assistenza a causa delle limitazioni imposte, e i programmi di aiuto alimentare non riescono a coprire il fabbisogno crescente della popolazione. La combinazione di questi fattori ha creato un circolo vizioso di povertà e malnutrizione, rendendo sempre più difficile per le famiglie di Gaza sopravvivere e prosperare.

La crisi alimentare a Gaza è quindi il risultato di una serie di fattori complessi e interconnessi, che richiedono un’attenzione urgente e un’azione coordinata da parte della comunità internazionale per garantire la sicurezza alimentare e la salute della popolazione.

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