Nei laboratori dell’Università di Padova, dal mese di gennaio 2025, si sta portando avanti un progetto di grande rilevanza scientifica: la ricostruzione dello scheletro della balenottera comune, un cetaceo che ha trovato tragicamente la morte e si è spiaggiato l’estate scorsa a Muggia, in provincia di Trieste. L’operazione è coordinata dall’Area Marina Protetta di Miramare, che ha svolto un ruolo cruciale nel recupero della carcassa dell’animale.
Il processo di recupero e pulizia delle ossa
Il processo di ricostruzione è documentato attraverso un reportage video-fotografico che segue ogni fase dell’intervento, il cui obiettivo finale è l’esposizione parziale dello scheletro durante la regata Barcolana, prevista per il mese di ottobre a Trieste. Secondo quanto comunicato dall’Area Marina, il primo passo fondamentale è la pulizia delle ossa, che avviene tramite l’uso di un’idropulitrice. Questa tecnica è essenziale per rimuovere i residui organici e riportare i reperti al loro stato naturale, caratterizzato dal tipico colore bianco delle ossa. È importante notare che non sono stati utilizzati prodotti chimici come candeggina o liquidi sbiancanti, per preservare l’integrità dei resti.
Analisi e ricostruzione con tecnologie moderne
Una volta completata la fase di pulizia, le ossa vengono catalogate per verificare la completezza dei resti e identificare eventuali parti mancanti. In caso di necessità, si prevede l’uso di una stampante 3D per ricostruire le sezioni mancanti. Questo approccio non solo consente di ricostruire lo scheletro in modo accurato, ma offre anche un’opportunità unica per la comunità scientifica e per il pubblico. La balenottera comune, una presenza straordinaria nel nostro mare, diventerà così non solo un reperto museale, ma anche uno strumento per la ricerca scientifica e un veicolo di crescita culturale.
L’iniziativa rappresenta un’importante sinergia tra ricerca, conservazione e divulgazione, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della biodiversità marina e sulle minacce che gli ecosistemi marini affrontano. La preparazione di questo scheletro è un passo significativo verso una maggiore comprensione e <strong rispetto per le creature che popolano i nostri mari.