Il conflitto in Medioriente ha raggiunto il giorno 684, con le Forze di Difesa Israeliane (IDF) che hanno avviato operazioni nella periferia di Gaza City. Il generale di brigata Effie Defrin, portavoce dell’IDF, ha annunciato che questa manovra rappresenta il primo passo di un’azione militare più estesa. Per supportare queste operazioni, il governo israeliano ha deciso di richiamare almeno 130.000 riservisti, estendendo di un mese il servizio dei soldati già in servizio. Questo piano, finalizzato alla conquista di Gaza City, ha ricevuto il via libera dal ministro della Difesa israeliano e, secondo il presidente francese Emmanuel Macron, potrebbe condurre a una “guerra permanente”.
Approvazione del progetto di insediamento “e1”
Il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha reso nota l’approvazione definitiva del controverso progetto di insediamento “E1” in Cisgiordania. Questa decisione, definita “storica” da Smotrich, ha suscitato forti reazioni, poiché potrebbe di fatto dividere in due la Cisgiordania, ostacolando la possibilità di realizzare uno Stato palestinese unito. L’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ha denunciato il progetto, affermando che frammenta l’unità del territorio, trasformandolo in una vera e propria prigione.
Reazioni internazionali
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha espresso la propria opposizione ai nuovi insediamenti in Cisgiordania, definendoli “inaccettabili”. Anche il movimento Hamas ha rilasciato dichiarazioni critiche, accusando Israele di ignorare ogni tentativo di mediazione e di perseguire un piano di conquista. La situazione si fa sempre più tesa, con i leader internazionali che monitorano attentamente gli sviluppi e gli effetti che queste azioni potrebbero avere sulla stabilità della regione.