In Brasile, il 15 aprile 2025, il Consiglio Amministrativo per la Difesa Economica (Cade), l’ente responsabile della concorrenza, ha deciso di sospendere temporaneamente una moratoria che vietava alle aziende di acquistare soia proveniente da terreni deforestati nella regione amazzonica. Questa decisione ha suscitato reazioni contrastanti, in particolare tra le organizzazioni ambientaliste.
La moratoria e le sue implicazioni
La moratoria, introdotta nel 2006, era stata concepita come un accordo per limitare la deforestazione legata alla produzione di soia. Tuttavia, secondo il Cade, tale accordo rappresenterebbe una forma di non concorrenza tra le imprese, danneggiando le esportazioni di soia brasiliana. L’ente ha dichiarato che le pratiche attuate in base a questa moratoria potrebbero portare le aziende a dover acquistare prodotti a condizioni meno favorevoli, a prezzi superiori rispetto a quelli praticati in un mercato realmente competitivo.
Reazioni delle aziende e degli attivisti
Le principali aziende esportatrici di soia hanno ricevuto un termine di dieci giorni per ritirarsi dalla moratoria, avvertendo che il mancato rispetto di questa scadenza potrebbe comportare sanzioni significative. Questo provvedimento è stato fortemente criticato da esperti e attivisti ambientali, specialmente in vista della Conferenza delle Parti (Cop30) che si terrà a Belém tra pochi mesi.
Influenza politica e lobby agroalimentare
L’iniziativa del Cade è stata sollecitata dalla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, un organismo che rispecchia la maggioranza conservatrice del Congresso brasiliano. Molti dei parlamentari eletti sono sostenitori della potente lobby agroalimentare, che gioca un ruolo cruciale nella crescita economica del Brasile, il più grande produttore di soia a livello mondiale.
Questioni di sostenibilità e osservazioni internazionali
La decisione di sospendere la moratoria solleva interrogativi sulla sostenibilità delle pratiche agricole nel paese e sul futuro della foresta amazzonica, già minacciata da attività di disboscamento e sfruttamento intensivo delle risorse naturali. La situazione rimane in evoluzione, con la comunità internazionale che osserva attentamente gli sviluppi in Brasile.