La Sala Penale del Tribunale Superiore di Bogotá ha disposto oggi, 10 gennaio 2025, la liberazione immediata dell’ex presidente colombiano Álvaro Uribe Vélez, annullando la detenzione domiciliare che gli era stata imposta il 1° agosto 2023. Questa misura era stata adottata a seguito di una condanna in primo grado a 12 anni di carcere per reati di frodi processuale e corruzione.
Secondo quanto stabilito dal tribunale, la privazione della libertà non era giustificata, poiché Uribe aveva sempre risposto alle convocazioni della giustizia e si era difeso in libertà. La decisione è stata presa a seguito di un’azione di tutela presentata dalla difesa, la quale mirava a proteggere i diritti fondamentali di dignità, libertà e presunzione di innocenza.
Dettagli sulla condanna e sulla detenzione
La condanna di Uribe, che risale all’estate del 2023, era stata impugnata dalla sua difesa, la quale l’aveva definita “errata e ingiusta”. La Sezione Penale della Corte Superiore di Bogotá ha ritenuto che la detenzione domiciliare non rispettasse i criteri di necessità, proporzionalità e ragionevolezza. Questo aspetto è stato cruciale per la decisione di liberare l’ex presidente, il quale si trovava agli arresti domiciliari nella sua residenza di Rionegro.
La questione ha sollevato un dibattito acceso tra i vari attori politici e sociali del paese. I principali media colombiani hanno riportato reazioni contrastanti alla sentenza. Il senatore Iván Cepeda, che è stato parte lesa nell’indagine per manipolazione di falsi testimoni, ha dichiarato di rispettare la decisione del tribunale, ma ha anche espresso il proprio disaccordo: “Noi vittime abbiamo sempre rispettato le decisioni giudiziarie. Ci atteniamo a questa, ma non la condividiamo”.
Reazioni e prospettive future
La liberazione di Álvaro Uribe ha generato un clima di tensione all’interno della scena politica colombiana. Mentre alcuni sostengono che la decisione rappresenti un passo verso la giustizia, altri avvertono che potrebbe minare la fiducia nel sistema giudiziario. La difesa di Uribe ha accolto con favore la sentenza, sottolineando il rispetto delle procedure legali e dei diritti dell’imputato.
In attesa dell’appello, Uribe torna quindi libero, ma la sua situazione giuridica rimane precaria. La questione della corruzione e della frodi processuale continua a essere un tema caldo nel dibattito pubblico colombiano, con implicazioni significative per il futuro politico del paese. La sentenza odierna potrebbe avere ripercussioni anche sulle prossime elezioni e sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni.