Lunedì 18 agosto 2025, il conflitto in Medioriente entra nel suo giorno 682. A Tel Aviv, decine di migliaia di persone hanno partecipato a uno sciopero nazionale indetto dalle famiglie degli ostaggi, chiedendo la liberazione dei sequestrati e la fine delle ostilità . La manifestazione ha visto l’erezione di blocchi stradali e autostradali, mentre i dimostranti hanno incendiato pneumatici, aumentando la tensione e provocando scontri con le forze dell’ordine, che hanno portato a almeno 25 arresti.
Proteste a Tel Aviv e reazioni del governo
Le famiglie degli ostaggi hanno accusato il primo ministro Netanyahu di inganni, esigendo che il governo si attivi per riportare a casa i loro cari. Dall’altro lato, il ministro di estrema destra Smotrich ha criticato la mobilitazione dei manifestanti, definendola una “campagna dannosa” che gioca a favore di Hamas. In contrasto, il presidente Herzog si è unito ai manifestanti, promettendo che gli ostaggi torneranno a casa.
In un contesto di crescente tensione, gli Stati Uniti hanno annunciato la sospensione di tutti i visti turistici per i cittadini di Gaza, avviando una “revisione completa e approfondita” del processo di rilascio dei permessi medici temporanei per coloro che provengono dalla Striscia di Gaza. Nel frattempo, un raid israeliano su Gaza City ha colpito un ospedale, aggravando ulteriormente la situazione.
Misure internazionali e raid su Gaza
La manifestazione di oggi a Tel Aviv ha rappresentato una delle più grandi mobilitazioni della società civile israeliana dall’inizio del conflitto. Le famiglie degli ostaggi, molte delle quali hanno già perso la speranza di rivedere i propri cari, hanno deciso di alzare la voce per chiedere che il governo agisca. Il clima di protesta è stato segnato da atti simbolici, come l’accensione di fuochi e i blocchi stradali, che hanno paralizzato la città .
Le forze dell’ordine hanno risposto con misure di contenimento, cercando di disperdere i manifestanti e mantenere l’ordine pubblico. Tuttavia, gli scontri sono stati inevitabili, portando a un numero significativo di arresti. Le famiglie degli ostaggi hanno espresso la loro frustrazione nei confronti di un governo che sembra non dare priorità alla loro causa, mentre Netanyahu e i suoi alleati continuano a giustificare le loro strategie di guerra.
Il presidente Herzog, presente sul posto, ha cercato di calmare le acque, promettendo che le autorità faranno tutto il possibile per riportare a casa gli ostaggi. Tuttavia, le sue parole non sono bastate a placare il malcontento, e molti manifestanti hanno continuato a esprimere la loro insoddisfazione nei confronti dell’attuale amministrazione.
Nel quadro di un conflitto che non accenna a placarsi, le autorità statunitensi hanno deciso di adottare misure drastiche, sospendendo tutti i visti turistici per i cittadini di Gaza. Questa decisione è stata motivata dalla necessità di rivedere il processo di rilascio dei permessi medici temporanei, un tema di grande attualità vista l’emergenza sanitaria nella Striscia.
In aggiunta, un raid israeliano su Gaza City ha colpito un ospedale, aumentando le tensioni tra le fazioni coinvolte nel conflitto. Le autorità israeliane giustificano tali attacchi come misure necessarie per garantire la sicurezza nazionale, ma le conseguenze umanitarie sono devastanti, e le organizzazioni internazionali stanno lanciando appelli per una maggiore protezione dei civili.
In questo clima di incertezza e violenza, il futuro della regione rimane incerto, con le famiglie degli ostaggi che continuano a lottare per la giustizia e la pace.