Disordini a Regina Coeli: agenti colpiti da bombolette e incendi

Egidio Luigi

Agosto 17, 2025

Pesanti disordini hanno caratterizzato la notte del 3 maggio 2025 nel carcere di Regina Coeli, a Roma. Gli eventi sono iniziati quando un gruppo di 142 detenuti della sesta sezione ha ritardato il rientro nelle proprie celle. La situazione è rapidamente degenerata, con altri detenuti della terza sezione, che ospita 217 persone, che hanno lanciato bombolette da campeggio contro gli operatori di polizia penitenziaria presenti, appiccando anche incendi. Solo grazie all’intervento del comandante del reparto e di altri agenti richiamati dal riposo, la situazione è tornata sotto controllo intorno alle ore 5.00. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, ha sottolineato l’impegno e il sacrificio degli operatori, ma ha anche avvertito che senza interventi risolutivi, simili eventi potrebbero ripetersi.

La crisi del sistema carcerario nel Lazio

Emanuela Droghei, consigliera regionale del Partito Democratico, ha commentato i recenti disordini, evidenziando che non si tratta di episodi isolati, ma di un sintomo di un sistema carcerario in crisi. Nel Lazio, il tasso di sovraffollamento medio ha raggiunto il 145%, ben oltre la media nazionale del 132%. Alcuni istituti, come Regina Coeli, hanno raggiunto punte impressionanti, con una capienza del 185%, mentre altre strutture come Civitavecchia, Rieti e Latina si attestano rispettivamente al 178%, 174% e 171%.

A fine giugno 2025, il Dap ha segnalato un ulteriore aumento del tasso di sovraffollamento, che ha raggiunto il 148%. Nove istituti su quattordici nel Lazio hanno superato il 150% di capienza. Questi dati non rappresentano solo statistiche, ma raccontano storie di vite compresse, diritti negati e dignità calpestata. Attualmente, nella Casa Circondariale del Lazio, si contano 6.710 detenuti, con un incremento significativo dall’inizio dell’anno.

Le conseguenze del sovraffollamento

Il sovraffollamento nelle carceri ha effetti devastanti non solo sui detenuti, ma anche sul personale penitenziario. Le condizioni di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria sono sempre più difficili, con un numero insufficiente di operatori in servizio rispetto alla popolazione detenuta. Questo squilibrio crea un clima di tensione e insicurezza, che può sfociare in episodi di violenza, come quelli avvenuti a Regina Coeli.

Le strutture penitenziarie, già in difficoltà, non riescono a garantire un trattamento umano e dignitoso ai detenuti. La mancanza di spazi e risorse adeguate porta a una situazione insostenibile, dove i diritti fondamentali delle persone incarcerate vengono sistematicamente violati. La Uilpa Polizia Penitenziaria ha chiesto interventi urgenti per affrontare questa crisi, evidenziando la necessità di riforme strutturali nel sistema carcerario.

Il drammatico aumento dei suicidi tra i detenuti è un altro segnale allarmante della situazione critica nelle carceri. Le istituzioni devono prendere consapevolezza di questa realtà e adottare misure concrete per migliorare le condizioni di vita all’interno degli istituti penitenziari, garantendo così la sicurezza e la dignità di tutti.

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